La pipì delle maestre. Lettera

Inviato da Marisa Calvitto – Oggi vorrei affrontare un tema molto poco considerato, sicuramente non sufficientemente analizzato, ma alquanto importante, che potrebbe turbare gli animi più impressionabili: la pipì (e perché no, anche la pupù) delle maestre.
Già la presenza delle parole “pipì” e “maestre” nella stessa frase fa subito pensare ad un ossimoro, in quanto non è così scontato che anche le insegnanti possano e debbano, durante le ore di servizio, espletare i propri bisogni fisiologici.
Ma approfondiamo la delicata questione.
Se si ha la fortuna di essere in compresenza nella stessa classe con una collega, molto spesso di sostegno, il problema è relativo. La classe non rischia di rimanere scoperta. Però è vero pure che le esigenze dei pargoli sono tante e tali, la mole di lavoro così consistente, che non raramente si registrano dilatazioni vescicali. Se, nei casi meno favorevoli, l’insegnante è da sola in classe allora sorge un problema ancora più serio. La docente non può lasciare la scolaresca; quindi, anche se ormai l’urgenza è …incontenibile, deve prima chiamare un collaboratore scolastico (e per farlo deve spesso allontanarsi dalla classe, considerato che non ce n’è uno dietro alla porta di ogni aula ?), che a sua volta non può lasciare scoperti i bagni, soprattutto se ci sono bambini. Solo quando il collaboratore si sarà liberato, SE si sarà liberato, la maestra che sconsideratamente aveva forse bevuto un goccio d’acqua in più, potrà raggiungere la toilette e, liberandosi in fretta e furia di ciò che ha addosso, trovare sollievo nello svuotamento della vescica. Ma è proprio nel bagno che viene il bello.
Perché, in un ambiente in cui la privacy è tutto e si considera una priorità il benessere psicofisico del lavoratore, assicurando il massimo del comfort,solitamente i bagni delle docenti e del personale sono alla fine della fila dei bagni degli allievi e regolarmente aperti nella parte alta, così che i giovani studenti dei quali cercano in ogni modo di conquistare rispetto, stima e nei confronti dei quali cercano di affermare la propria autorevolezza, sentono ogni rumore proveniente dal corpo…insegnante, e sanno quanta urina (immaginate altro) espellano dal proprio corpo e con che modalità. Incrociare i loro sguardi quando ci si incontra aprendo la porta è un piacere difficile da spiegare che voglio lasciare all’immaginazione di chi ha letto fin qui.
Certo, non sono questi i grandi problemi della scuola italiana, ma quando pensate alle maestre in estate, non immaginatele solo spalmate in spiaggia, ma semplicemente libere di far pipì e pupù sentendosi finalmente, meravigliosamente, magnificamente rilassate! ….. e SOLE….