Genitori social, figli tutelati: la rivoluzione dell’Illinois nello sharenting
Nell’era dei social media, dove la vita privata diventa sempre più pubblica, emerge un fenomeno in rapida crescita: lo “sharenting”. Il termine, che fonde “sharing” (condivisione) e “parenting” (genitorialità), descrive la pratica dei genitori di condividere online contenuti riguardanti i propri figli. Ma cosa succede quando questa condivisione si trasforma in un’attività lucrativa?
L’Illinois ha fatto un passo pionieristico in questa direzione. Dal 1° luglio 2023, è entrato in vigore un emendamento alla legge sul lavoro minorile che riconosce il valore economico della presenza dei bambini sui social media dei genitori. La nuova normativa stabilisce che i minori di 16 anni debbano ricevere il 15% dei guadagni lordi se appaiono in almeno il 30% dei contenuti online di un genitore o tutore influencer.
I guadagni dovranno essere versati in un conto fiduciario, garantendo così una forma di tutela finanziaria per il futuro del minore.
Ma la legge va oltre: offre ai giovani il diritto di chiedere la rimozione dei contenuti che li ritraggono, con la possibilità di intraprendere azioni legali in caso di rifiuto da parte dell’adulto responsabile.
La mossa legislativa dell’Illinois potrebbe essere vista come un primo tentativo di regolamentare un’industria in rapida espansione. Altri stati, tra cui Washington, Maryland e California, stanno considerando misure simili, riconoscendo l’urgenza di affrontare le implicazioni etiche e finanziarie dello “sharenting”.
Il mondo degli influencer, infatti, può essere estremamente redditizio. Chi vanta oltre un milione di follower può guadagnare fino a 20.000 dollari per contenuti sponsorizzati, mentre anche chi ha un seguito più modesto può comunque ricavare migliaia di dollari da un singolo post. Come afferma Johanna Grange, cofondatrice dell’agenzia di marketing Oak Street Social, “I social media sono diventati il mezzo migliore per far conoscere il proprio ‘marchio’ a un vasto pubblico”.
Tuttavia, la tendenza solleva preoccupazioni significative. L’assenza di una regolamentazione specifica per le immagini dei minori sulle piattaforme social espone i bambini a rischi potenziali. Con l’aumento delle mamme vlogger e della condivisione generalizzata di contenuti familiari, cresce la preoccupazione per il benessere dei più piccoli, esposti a un pubblico potenzialmente illimitato proprio da chi dovrebbe proteggerli.
La legge dell’Illinois potrebbe quindi essere vista come un primo passo verso un equilibrio tra le opportunità offerte dai social media e la necessità di tutelare i diritti e il benessere dei minori coinvolti. Resta da vedere come questa normativa influenzerà le pratiche di “sharenting” e se altri stati seguiranno l’esempio, aprendo la strada a una regolamentazione più ampia di questo fenomeno in rapida evoluzione.