La mobilità intercompartimentale soluzione per la ricollocazione dei docenti in esubero

Di Lalla
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Comitato 296 Padova – Per quel che riguarda la questione degli esuberi, vogliamo lanciare una proposta: E’ tanto difficile introdurre nella scuola una norma di mobilità intercompartimentale, in cui il docente, continuando a figurare come dipendente MIUR ( e mantenendo quindi il trattamento economico e di carriera di sempre), vada a prestare servizio presso strutture ed ambiti anche diversi da quelli del mondo scolastico?

Comitato 296 Padova – Per quel che riguarda la questione degli esuberi, vogliamo lanciare una proposta: E’ tanto difficile introdurre nella scuola una norma di mobilità intercompartimentale, in cui il docente, continuando a figurare come dipendente MIUR ( e mantenendo quindi il trattamento economico e di carriera di sempre), vada a prestare servizio presso strutture ed ambiti anche diversi da quelli del mondo scolastico?

Per fare solo un esempio: pensiamo a quanti corsi di formazione professionale regionali, provinciali e con FSE (fondo sociale europeo) esistono o potrebbero essere attuati dove ricollocare degli insegnanti tecnico-pratici (chi meglio di loro?) i quali potrebbero continuare la loro opera in veste di formatori!

Ma pensiamo anche a quanti enti sono in carenza di personale: musei, soprintendenze, biblioteche, laboratori vari, uffici regionali e provinciali, aziende per il turismo etc.!

Se una cosa del genere funzionasse bene, anzi, si creerebbe l’opportunità anche per quei docenti non soprannumerari, ma oramai stanchi e demotivati (e ce ne sono tanti!) di poter cambiare e sperimentare un nuovo lavoro, una nuova esperienza di vita e così facendo, ringiovanirsi…

Non sarebbe quindi un pericolo incombente divenire soprannumerario e nemmeno lo sarebbe il rassegnarsi a dover fare per sempre, sino alla pensione, un lavoro nel quale, ad un certo punto, potrebbe avvenire di non ritrovarsi più….

Secondo molti sociologi e psicologi americani (e non solo), l’ideale sarebbe poter cambiare – evidenziamo: senza troppi problemi! – mestiere ogni tot d’anni per essere sempre pronti e spigliati e, soprattutto, motivati.

Infine una seconda domanda e anche proposta: sbagliamo o il ministro Profumo ha detto che gli istituti professionali e tecnici sono molto importanti poiché vicini al mondo del lavoro? Se è tanto difficile ritirare subito e in toto i tagli gelminiani (in realtà questa sarebbe la COSA PIÙ’ AUSPICABILE E DI BUON SENSO), Non sarebbe preferibile – in virtù di un più sensato ragionamento e per una maggiore coerenza – iniziare, almeno per ora, a ritirare quelli delle cattedre laboratoriali e finalmente ripristinarle?

Il MIUR metta fine ad un’ennesima guerra tra poveri! Trattare in questo modo degli insegnanti NON è uno spettacolo da paese civile e men che mai degno di un ministero dell’istruzione di un paese che vuole definirsi ‘europeo’!

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