La “meritocrazia“. Lettera

inviata da Melania Rinaudo – Beh, sono una precaria. In una “lettera-articolo” a orizzonte scuola avevo già pienamente descritto il significato del termine “precario”.
Presidente, conosce perfettamente il mio ruolo di insegnante elementare con incarico anche a volte su sostegno.
Quest’anno a causa del male che ha intercorso nel mondo “ il coronavirus” mi sono licenziata, si, l’ho fatto.
Mi sentivo impotente, il mio bambino oltre alle difficolta che aveva non conosceva neanche l’italiano e dovevo, a detta delle mie colleghe e non solo: inviargli i compiti o il materiale didattico o peggio ancora guardarlo tramite PC e “insegnargli”.
Mi sono sentita denigrata, mi mancava tutto quello che regge la mia persona, il rispetto per il mio lavoro e l’amore per il mio bambino. Quindi ho dato un taglio alle mie “1.300” euro che secondo me erano appese al filo della venalità .
Oggi dopo 7 anni di lavoro mi mette davanti un concorso che secondo lei da vita alla “ meritocrazia”; e io! E molte altre colleghe che sono nella mia stessa situazione!
Si rende conto di tutto quello a cui siamo sottoposte come cittadine e di tutto quello che regge un pubblico ufficiale in servizio nella persona del “precario”. Per non parlare della direttiva europea 70/1999 che attiene a regolarizzare ciò che lei grazie alla sua “meritocrazia” porta avanti da tempo.
Ebbene la ringrazio perché come io penso, anche se con sacrificio, di aver portato avanti il mio lavoro e non solo, lei sta portando avanti il suo.
Grazie
La saluto
Una precaria