“La media matematica dei voti è infondata. Servono riscontri descrittivi chiari e coerenti”. L’affondo del pedagogista Corsini

Il pedagogista dell’Università Roma 3 Cristiano Corsini interviene in merito al dibattito sulla valutazione, fornendo una serie di risposte alle domande più frequenti.
Fra i vari punti toccati da Corsini, diverse volte riportate dallo stesso autore intervenendo sulla nostra testata, c’è quello della media aritmetica. La “FAQ” non è casuale, dato che nei giorni scorsi è esploso il dibattito sulla valutazione evolutiva proposta da Daniele Novara, che incentiva ad una valutazione a scuola che non tenga conto della media dei voti ma piuttosto favorisca l’evoluzione e i progressi dello studente.
Secondo Cristiano Corsini, la media dei voti “è del tutto infondata dal punto di vista scientifico e pedagogico. Dal punto di vista scientifico, perché i voti (numerici o non) sono scale ordinali, e tra scale ordinali non si calcola la media. Dal punto di vista pedagogico, perché non ha alcun senso incentrare la valutazione in itinere sui voti. Nascondere la media non risolve il problema, anzi rischia di… nasconderlo“.
Corsini, ha ribadito, che “la valutazione in itinere secondo la normativa ha una funzione educativa e formativa. E a questo scopo è ampiamente mostrato che i voti non sono utili. Sono invece utili dei riscontri descrittivi chiari e coerenti, collegati a obiettivi di apprendimento“.
Secondo l’esperto, “il problema è che per formulare questi riscontri servono insegnanti competenti dal punto di vista metodologico-didattico. Siccome queste competenze non sono molto diffuse, spesso chi insegna si rifugia nel voto, con pessime conseguenze dal punto di vista della qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento”.
“C’è una differenza sostanziale – prosegue – tra la valutazione sulla scheda (periodica e finale) e quella che avviene in itinere. La prima ha una funzione rendicontativo-sommativa, per cui si esprime attraverso un voto (numerico o meno che sia non importa). La seconda ha una funzione “educativa e formativa”, serve cioè a migliorare l’insegnamento e l’apprendimento, quindi non ha alcun obbligo di esprimersi attraverso voti”.
Parlando di valutazione, non si può non tirare in ballo la riforma della valutazione della scuola primaria, dove i giudizi descrittivi sono stati sostituiti da giudizi sintetici. Una riforma che, a parere del Ministro Valditara, “segna un passo importante verso un sistema educativo più chiaro e trasparente, volto alla crescita formativa degli studenti”.
“L’introduzione dei giudizi sintetici nelle Scuole primarie, molto più comprensibili dei precedenti livelli, permette infatti di tracciare con maggiore chiarezza il percorso formativo degli alunni, migliorando la comunicazione con le famiglie e al tempo stesso l’efficacia della valutazione”, ha aggiunto il Ministro.
Corsini, contrario a tale riforma, ricorda a studenti e famiglie che non vorrebbero voti per la valutazione in itinere ma indicazioni complete sull’apprendimento, che è possibile “chiedere a scuole e docenti di applicare la normativa“, ovvero che “in itinere il voto non è né obbligatorio né sufficiente. In itinere studentesse e studenti hanno diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare processi di autovalutazione e a migliorare il loro apprendimento. C’è autovalutazione? C’è l’indicazione dei punti di forza e di debolezza? A prescindere dalla presenza o meno del voto, se scuole e docenti non offrono una descrizione analitica dei punti di forza e di debolezza dell’apprendimento di studentesse e studenti e non forniscono indicazioni di miglioramento non stanno applicando la normativa”, conclude il pedagogista.