La Maturità è svuotata di senso dai test universitari anticipati? Una studentessa: “Cercherò di passarla al meglio, ma per entrare all’università non ho bisogno di quel voto, sono già iscritta”
I test di ammissione alle università, svolti sempre più frequentemente già durante il quarto anno delle superiori, stanno progressivamente minando il valore dell’esame di Maturità.
La prova, che per intere generazioni ha rappresentato un rituale di passaggio all’età adulta, sembra ora perdere la sua carica simbolica e il suo significato di rito collettivo.
Studenti come Eleonora Morisi, 19 anni, si apprestano ad affrontare la Maturità già iscritti all’università, avendo superato il test di ammissione in anticipo. “Cercherò di passarla al meglio, ma per entrare all’università non ho bisogno di quel voto, sono già iscritta”, afferma la studentessa, a La Repubblica.
La situazione sta creando uno sconquasso nelle scuole, con studenti che chiedono continuamente di spostare verifiche e interrogazioni per preparare i test universitari. Le assenze e il doppio carico di studio stanno minando l’ultimo anno di formazione superiore.
Insegnanti e presidi denunciano come l’anticipo dei test universitari stia svuotando di senso la Maturità e interferendo con l’apprendimento disinteressato. “È un rituale logoro – afferma il dirigente scolastico Ludovico Arte – L’università manda il messaggio che ciò che fa la scuola conta poco”.
Gli studenti vivono con tensione l’esame finale, visto come un addio alla scuola e un affacciarsi al nuovo. Ma per molti quel passaggio è già avvenuto, con l’ammissione anticipata all’università. La Maturità rischia così di perdere il suo valore di rito collettivo di iniziazione all’età adulta, in una società dove i riti di passaggio sono sempre più incerti.
I numeri
I candidati sono 512.530 interni e 13.787 esterni, distribuiti in 28.038 classi e valutati da 14.072 commissioni. Il maggior numero di candidati proviene dai licei (266.057), seguiti dagli istituti tecnici (172.504) e dagli istituti professionali (87.756).
Le prove e il colloquio
La prima prova scritta verterà sulla padronanza della lingua italiana e sulle capacità espressive, logico-linguistiche e critiche degli studenti. I candidati avranno a disposizione sei ore per scegliere e sviluppare una tra le sette tracce proposte dal Ministero, che spazieranno tra diversi ambiti: artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico e sociale.
La seconda prova riguarderà una o più discipline caratterizzanti il corso di studi, mentre per gli istituti professionali di nuovo ordinamento si concentrerà su competenze e nuclei tematici fondamentali. Al liceo classico la seconda prova sarà una versione di greco, mentre allo scientifico sarà di matematica.
Il colloquio, che si svolgerà dopo le prove scritte, avrà un carattere interdisciplinare e mirerà a valutare la capacità dello studente di collegare le conoscenze acquisite e il suo profilo educativo, culturale e professionale. Partirà da uno spunto iniziale scelto dalla commissione e includerà l‘esposizione dell’esperienza di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) svolta durante il percorso di studi.
Il voto finale
Il voto finale dell’esame di stato sarà espresso in centesimi e terrà conto del credito scolastico (fino a 40 punti), dei voti delle due prove scritte (fino a 20 punti ciascuna) e del voto del colloquio (fino a 20 punti). Sono previsti fino a 5 punti di “bonus” per chi ne ha diritto. Il punteggio minimo per superare l’esame è 60/100, mentre il massimo è 100/100 con la possibilità della lode.