La mamma scrive alla ministra Azzolina: “Mio figlio, positivo, in didattica digitale. Il fratello, in quarantena, alla deriva”

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Una storia come tutte le altre, purtroppo, in tempo di Covid-19. Accade in Piemonte, in un paese alle porte di Torino. 

Una mamma ha deciso di raccontare la propria storia e scrivere alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

Lorenzo Gabriele sono due fratelli che frequentano la terza e la quarta elementare. Gabriele è risultato positivo al Coronavirus, dunque per tutta la sua classe è scattata la quarantena e, di conseguenza, la didattica a distanza. In quarantena anche mamma, papà e Lorenzo, il fratello. Se Gabriele segue lezioni  con i suoi compagni, al computer, la classe di Lorenzo procede nel suo programma in presenza, mentre lui è costretto a casa.

Ecco quanto riporta Torino Oggi.

“Gentilissima Ministra Azzolina – scrive la mamma – le scrivo perché sono stremata, stanca e disgustata dal sistema, e credo che lei debba conoscere quali sono le realtà che i nostri figli sono costretti a vivere quotidianamente. (…) Per Lorenzo non è previsto nulla di tutto ciò che è garantito a Gabriele: niente DAD niente DDI, niente didattica sincrona… il nulla più totale, se non qualche lezione impartita individualmente grazie la buona volontà delle maestre, che io personalmente ringrazio”.

“Detto ciò mi chiedo come una Ministra all’istruzione possa sorvolare sopra tutto ciò. Dove è finito interesse per la formazione e per la crescita dei nostri figli? – prosegue la mamma -. Trovo alquanto discriminatorio questo modo di operare, un bambino in quarantena perché positivo, può e deve avere la didattica a distanza, mentre un altro, sempre in quarantena obbligata, può essere lasciato alla deriva. Mi spiega quale è la differenza? Perché io da genitore proprio non la capisco” (…) A tutto c’è un limite. Dopo 4 mesi di stop dovuto all’emergenza, dopo 3 mesi di Vacanze, ci ritroviamo ad oggi senza dei protocolli decenti per i nostri figli, senza un sistema che abbia un’organizzazione per tutto ciò che accade all’interno dei nostri istituti”.

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