La “maledizione” dei nati nel 2005, uno studente denuncia le difficoltà di una generazione segnata dalla pandemia: dalla terza media alla maturità

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“Com’è possibile che a nessuno interessi di noi?”. È l’amara domanda che un neodiplomato, nato nel 2005, lancia in un post su Facebook, diventato subito virale. Un grido di frustrazione che racchiude le difficoltà di un’intera generazione, quella che più di altre ha subito le conseguenze della pandemia e delle scelte del sistema scolastico.

Come si legge su Skuola.net, lo studente ripercorre il suo percorso scolastico, dalla terza media alla maturità, mettendo in fila una serie di eventi che hanno reso gli anni della sua formazione un vero e proprio percorso a ostacoli.

Si parte con l’esame di terza media “normale”, a differenza di quello dei compagni più piccoli che hanno potuto beneficiare della tesina. Poi, l’arrivo del Covid e l’inizio della Dad proprio durante il primo anno di liceo, con la “completa disconnessione dal mondo” e le inevitabili lacune accumulate.

Negli anni successivi, tra finti ritorni alla normalità e nuove ondate di Dad, si aggiungono cambiamenti repentini nelle modalità di esame e un carico di stress crescente. Fino ad arrivare alla maturità 2024, definita dallo studente “caos totale”, tra estrazione della materia esterna, novità sulla piattaforma UNICA e la sensazione di essere stati usati come “cavie” per sperimentare nuove formule d’esame.

Ma a preoccupare il neodiplomato non sono solo le difficoltà incontrate, quanto la sensazione di essere stati ignorati, se non addirittura penalizzati, dal sistema scolastico. “Nessuno di noi ha avuto pari opportunità di chi non ha vissuto questo periodo a scuola“, scrive, sottolineando come la Dad abbia inciso negativamente sulla preparazione e sulla salute mentale di molti studenti.

Una sensazione rafforzata dalla decisione di abolire il bonus cultura per i nati nel 2005, sostituito da un bonus a fasce reddituali, “rendendo ancora più evidente che la cultura è ormai diventata qualcosa di completamente marginale”.

Il post si conclude con un interrogativo amaro: “Al sistema educativo davvero non interessa dell’istruzione vera e propria?”. Una domanda che merita una risposta, perché il rischio è che un’intera generazione si senta abbandonata a se stessa, privata non solo di strumenti e opportunità, ma anche della fiducia nel futuro.

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