La Lega fissa le priorità del 2023: aumentare stipendio e pensioni. Approvare Autonomia differenziata

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“Sono soddisfatto di quello che siamo già riusciti a fare in questi primi due mesi, come Lega e come governo. E il fatto che gli Italiani ce lo riconoscano, nei sondaggi e negli incontri quotidiani, anche in questi giorni di festa con strette di mano, complimenti e inviti a non mollare e non cambiare, mi rendono felice”.

Sono le parole del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, rilasciate ad Affarititaliani.it.

Salvini fissa le priorità: “lavoro, lavoro e ancora lavoro. Per quello che mi riguarda quindi aprire cantieri, far lavorare ingegneri, genitori, artigiani e operai, con un 2023 all’insegna di gru ovunque, opere pubbliche, strade, ferrovie e infrastrutture più moderne e sicure“.

E ancora: “per la Lega stipendi e pensioni più alti, che in Legge di Bilancio abbiamo già cominciato a fare, e bollette di luce e gas sempre meno care. Limitare gli sbarchi clandestini e approvare l’Autonomia sono obiettivi dei prossimi mesi, come tagliare gli sprechi del Reddito di Cittadinanza e usare quei soldi per dare lavoro vero ai giovani“.

Il leader del Carroccio si sofferma dunque su diversi temi. Quello dello stipendio, per quanto riguarda il popolo della scuola, non sembra essere al momento un tasto facile da toccare. La legge di bilancio 2023 non ha previsto alcun finanziamento per il nuovo contratto collettivo nazionale 2023/2025.
I lavoratori della scuola si dovranno “accontentare” del fresco rinnovo del 2022 che prevede un aumento medio 126 euro.

Capitolo pensioni: in legge di bilancio si è mosso qualcosa, ma sempre di transitorio. Da quest’anno ci sarà Quota 103 come uscita anticipata e alternativa alla legge Fornero, mentre si lavora ad una riforma più strutturale e definitiva. Confermata Opzione Donna ma con requisiti più restrittivi.

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Infine l’autonomia differenziata: entro il 2023 il Ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli ha previsto di chiudere il primo round. Ancora in alto mare la questione istruzione: il disegno di legge presentato dal leghista prevede la regionalizzazione della scuola. Pertanto, si potrebbe ipotizzare che un primo step di autonomia differenziata possa coinvolgere alcuni aspetti del Paese ma non l’istruzione, su cui comunque bisogna fare una riflessione ben ponderata.

Lo scorso settembre un dossier della Camera aveva ripreso la questione facendo il punto della situazione.

L’articolo 116, terzo comma della Costituzione – si legge sul documento della Camera – prevede la possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario (c.d. “regionalismo differenziato” o “regionalismo asimmetrico”, in quanto consente ad alcune Regioni di dotarsi di poteri diversi dalle altre), ferme restando le particolari forme di cui godono le Regioni a statuto speciale (art. 116, primo comma).

L’ambito delle materie nelle quali possono essere riconosciute tali forme ulteriori di autonomia concernono: tutte le materie che l’articolo 117, terzo comma, attribuisce alla competenza legislativa concorrente;

un ulteriore limitato numero di materie riservate dallo stesso articolo 117 (secondo comma) alla competenza legislativa esclusiva dello Stato: organizzazione della giustizia di pace; norme generali sull’istruzione; tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.

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