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La “Learning to become”, cos’è, la sperimentazione e l’esperienza all’IIS “Carlo Emilio Gadda” di Fornovo di Taro (PR)

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Avanguardie Educative INDIRE ha allestito un progetto esecutivo sul quadro di riferimento dell’UNESCO denominato “Learning to Become with the world Education for future survival” un documento che si colloca nel programma “Futures of Education” e che viene al mondo per rileggere e per riprogrammare il futuro della scuola per re-immaginare come il percorso di conoscenza e e quello legato all’apprendimento possano modellare il futuro dell’umanità e del pianeta, alla luce di quelle che sono le nuove sfide dell’ecologia, della “cura” dei beni comuni come meccanismo chiave della relazione educativa, della rilettura di quelli che sono i modelli disciplinari.

Ma di cosa stiamo parlando? Di quali paradigmi parliamo? Quale curriculo proponiamo?

L’IIS “Carlo Emilio Gadda” di Fornovo di Taro (PR) e la sperimentazione «Learning to Become»?

La sperimentazione «Learning to Become» in atto all’IIS “Carlo Emilio Gadda” di Fornovo di Taro (PR), diretto con magistrale competenza dalla dirigente scolastico professoressa Alessia Gruzza, rappresenta, non un caso singolo, ma certamente una eccellenza nel patrimonio delle sperimentazioni. Una scuola che si distingue per alcune eccellenze: oltre al learning to become anche:

Perché la sperimentazione «Learning to Become»

Sono molti i fattori che hanno spinto l’IIS “Carlo Emilio Gadda” di Fornovo di Taro (PR) e Langhirano alla partecipazione alla sperimentazione «Learning to Become». In primis – si legge nel documento dell’istituto – «la curiosità di capire come sia possibile, sulla spinta delle recenti innovazioni didattiche, coniugare la necessità, a nostro avviso, di non rinunciare al trasferimento di conoscenze (ancor prima delle competenze) organizzate in un sapere strutturato e propedeutico, con il curricolo da voi proposto. Inoltre, ci interessa approfondire come poterlo coordinare coi tempi e come si possa poi ricondurre ai nuclei fondanti già affrontati durante l’anno scolastico. Noi docenti riteniamo che, nel caso delle materie STEM, la divisione tra conoscenze e competenze sia molto labile. Precisando meglio, le conoscenze senza la capacità di applicarle hanno poco senso e forse non si possono neanche elaborare; viceversa, le conoscenze tramite l’applicazione prendono vita e si sviluppano. Questo non vuole dire che le conoscenze non siano utili anzi devono essere ben presenti, e si spera armonizzate con le applicazioni in quanto, se non si sa come e perché, non si sa fare. Non si può pensare alla competenza come una cosa fine a sé stessa, diventa una ripetizione, una conoscenza di basso livello. Di conseguenza, riteniamo che occorra agire per salvare le materie STEM, in quanto esiste un’emergenza educativa e sociale. Non partecipare, quindi, avrebbe significato, semplicemente rinunciare alla possibilità di esprimere le proprie idee e a condividere e valorizzare la propria esperienza educativa; la voglia di relazionarci con altre realtà che, come noi, sperimentano da anni; voglia di offrire il nostro contributo all’innovazione; aiuto nell’implementazione delle STEM nell’ottica di apprendimento trasversale ed efficace e di collaborazione tra docenti».

La scuola come comunità

Ll’IIS “Carlo Emilio Gadda” di Fornovo di Taro (PR)  si pone come obiettivo quello di esplorare nuove proposte, che prevedano innanzitutto una visione della scuola come comunità, anche di un contesto territoriale più ampio. A tal proposito, hanno implementato ciò che è già un processo di apprendimento avviato nella loro scuola, che preveda il coinvolgimento degli alunni anche in orario e in luoghi extrascolastici nell’ambito del fine ultimo che è quello di perseguire obiettivi che spesso, in primis gli insegnanti, sentono, avvertono, di non poter raggiungere nelle discipline scientifiche. Il riferimento va, innanzitutto, all’importanza del metodo scientifico; all’epistemologia della scienza; alla stretta connessione tra le discipline STEM; alla valutazione del fatto che queste spesso migliorino la qualità della vita (e quindi la connessione col mondo reale); all’importanza, talvolta, della storia e di come la scienza abbia inciso sulla società; alla scienza come strada per salvare il pianeta nell’ambito dello sviluppo ecosostenibile e della ricerca/implementazione di fonti alternative».             

Cosa si realizza con la sperimentazione Learning to Become

È la stessa scuola che palesa le attese a fronte di questa sperimentazione: «Realizzare dei curricoli che soddisfino le aspettative di noi docenti. Nello specifico puntiamo a implementare alcuni degli orizzonti di senso. Lo si va occupandosi delle discipline STEM per:

  • Dissolvere i confini tra le scienze naturali e le scienze umane: progetto molto ambizioso a nostro parere;
  • Ridistribuire l’istruzione attraverso un nuovo cosmopolitismo;
  • Imparare a stare con il mondo.

A cosa servono orizzonti di senso”? Servono a:

  • Ridisegnare il quadro delle conoscenze e dei saperi;
  • Valorizzare la molteplicità e l’interconnessione delle conoscenze, delle pratiche e delle tecnologie;
  • Stare con i problemi del mondo attraverso una pedagogia dell’apprendimento situato.

Una didattica accattivante per gli alunni

Bisogna, però, allo stesso tempo cercare di dar vita a una didattica accattivante per gli alunni, che sia al passo col cambiamento di paradigma imposto dagli eventi. Una didattica che, però, non deve mai perdere di vista il suo obiettivo primario che è quello di:

  • formazione, in modo che entri a far parte anche della routine di classe.
  • valorizzare esperienze educative in atto.
  • Migliorare la percezione nel mondo dell’educazione di cosa sono le materie STEM e di come dovrebbero essere sviluppate.
  • Conservare il ruolo fondamentale delle conoscenze e abilità di base.

Con quali idee di Avanguardie Educative state già lavorando e come pensate di utilizzarle nel percorso Learning to Become?

Quali sono le idee di Avanguardie Educative che si utilizzano nell’IIS “Carlo Emilio Gadda” di Fornovo di Taro (PR), diretto con grande competenza metodologica e organizzativa dalla dirigente scolastico professoressa Alessia Gruzza, e come come utilizzarle nel framework Learning to Become? Eccole:

  • Service Learning (rapporto col territorio): l’anno scorso Bioexplorer;
  • Flipped classroom: per ottimizzare i tempi in aula; per un miglior approfondimento a casa degli argomenti trattati; potrebbe essere utile per la complessità e la molteplicità dei temi d’affrontare come suggerisce l’impalcatura del progetto;
  • Integrazione CDD/libri di testo;
  • TEAL: ambiente d’apprendimento utilizzabile in modo complementare con la Flipped classroom per permettere una migliore interazione tra pari. La scuola è già provvista con un’aula con le caratteristiche di spazio e tecnologiche richieste;
  • Debate: per analizzare vari aspetti di apparati sperimentali (punti di forza e debolezza)

Le attività sui temi di Learning to Become che possono essere sviluppate in un percorso di innovazione curricolare

Le esperienze già in atto nella scuola e che si potrebbero adattare, sotto forma di replicabilità, al curricolo di Learning to Become delle altre scuole sono:

  • Attività dei laboratori del sabato
  • Stampa 3D, macchine CNC, scanner 3D, torni, frese, laser, Realtà Virtuale aumentata, IoT: sapere tecnico integrato a quello scientifico per realizzazione di progetti concreti e funzionanti
  • Bioplastiche: attività di ricerca laboratoriale per lo sviluppo ecosostenibile
  • Droni
  • Progetto Scienze.

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