La gita scolastica a Berlino è troppo cara, la classe rinuncia. Gli studenti: “Non possiamo più chiamarla scuola pubblica. Un momento formativo non può essere subordinato al reddito”
Le gite scolastiche rappresentano un elemento fondamentale nell’educazione e nella crescita degli studenti, ma recentemente sono diventate una fonte di preoccupazione per le famiglie a causa dei loro costi proibitivi.
Il caso del liceo Leonardo da Vinci di Genova è emblematico: alcune classi hanno dovuto rinunciare a un viaggio a Berlino dal costo di 700 euro a testa, superando il limite di 600 euro stabilito dal Consiglio d’Istituto.
Francesco Devoti, segretario della Rete degli Studenti Medi della Liguria, ha espresso forte disappunto per questa situazione, definendo inaccettabile la richiesta di cifre così elevate e sottolineando come tale pratica rifletta una visione classista dell’istruzione, trascurando le esigenze delle famiglie meno abbienti.
Il sindacato studentesco si è unito alla protesta, chiedendo al governo di adottare misure per garantire l’inclusività nelle gite scolastiche. Cesare Barbano, responsabile organizzativo della Rete ligure, ha sottolineato che queste attività non dovrebbero dipendere dal reddito delle famiglie. Le gite dovrebbero essere un’opportunità di apprendimento accessibile a tutti, senza discriminazioni.
Ci sono stati casi notevoli di solidarietà, come quello di una classe a Pontecorvo (in provincia di Frosinone) che ha rinunciato alla gita per festeggiare il compleanno di una compagna disabile, o quello di una scuola a Roma dove gli studenti hanno deciso di non partire per non lasciare solo un compagno in carrozzina.
È fondamentale che le istituzioni si facciano carico di rendere queste esperienze accessibili a tutti gli studenti, in linea con i principi di uguaglianza e diritto all’istruzione sanciti dalla Costituzione. Solo così la scuola potrà davvero essere un luogo di formazione e crescita equo e inclusivo per tutti.