“La geografia rischia di diventare un soprammobile”, l’appello di Morri: “Non basta studiare i confini sulle carte, serve collegare la geografia alla realtà”. INTERVISTA

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Al convegno sulle Nuove Indicazioni Nazionali, organizzato da Fratelli d’Italia con la partecipazione del Ministro Valditara e del Sottosegretario Frassinetti, Riccardo Morri – ordinario di Geografia alla Sapienza e coordinatore dell’area disciplinare – ha lanciato un allarme ai microfoni di Orizzonte Scuola: “La geografia rischia di diventare un soprammobile”.

Troppo spesso ridotta a nozionismo o accantonata in favore di altre materie, la disciplina necessita di un rilancio concreto nel curricolo del primo ciclo.

Competenze chiave e didattica attiva

Morri ha indicato tre pilastri per ridare valore alla geografia:

  1. Definire chiaramente le competenze da acquisire, dalla cartografia all’analisi del paesaggio, dall’orientamento spaziale agli esercizi di transcalarità (passare dalla scala locale a quella globale).
  2. Rivedere i quadri orari, garantendo più spazio alla materia e superando l’attuale frammentazione.
  3. Investire sulla formazione docente, sia iniziale che in servizio, con particolare attenzione ai docenti della classe A21 (ex A039), spesso esclusi dall’insegnamento della geografia nella secondaria di II grado nonostante la loro specializzazione.

Una geografia viva e interconnessa

“Non basta studiare i confini sulle carte: serve collegare la geografia alla realtà, ha spiegato Morri. La proposta è una didattica pratica e multidisciplinare, che usi tecnologie digitali (come GIS o mappe interattive) e progetti sul territorio, per mostrare come il clima, le migrazioni o le risorse naturali siano temi geografici ma anche economici, storici e sociali. “Solo così – ha concluso – si potrà formare cittadini consapevoli delle sfide globali”.

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