La generazione in DAD. Lettera

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Inviato da Katia Amore – Da madre di un adolescente che sta vivendo questa terribile pandemia con grande senso di responsabilità non posso accettare l’idea che si parli della generazione degli attuali studenti come di una generazione a rischio di essere ‘persa per sempre’.

Leggo molti articoli e commenti che affermano che se si dovesse verificare una chiusura generale del Paese e quindi della scuola rischieremmo che una intera generazione di studenti sia ‘persa per sempre’ in quanto la dad non è efficiente dal punto di vista didattico.

Concordo che la didattica a distanza non sia la soluzione ottimale per il processo di insegnamento/apprendimento e che però adesso la situazione epidemiologica non ci consente di fare altrimenti.

Credo anche però che non possiamo permetterci di considerare gli studento in DAD ‘una generazione persa’.

I bambini/ragazzi stanno subendo un grande trauma, la paura del virus, la paura per la salute dei propri cari (non sono tutti menefreghisti e strafottenti), le tensioni sociali ed economiche che riguardano tante famiglie, i bollettini di guerra dagli ospedali.

Subiscono le conseguenze dell’impossibilità di avere un rapporto diretto normale con i docenti e i compagni, sia in presenza, bloccato dalle necessarie regole di sicurezza e dal distanziamento sociale, che in DAD/DID con rapporti umani solo attraverso uno schermo. La tensione per le interrogazioni e i compiti in classe con molte più regole (telecamera accesa e puntata dritta, orario di consegna inflessibile, connessione che fa le bizze, etc), più stress, tante ore di studio seduti sempre in cameretta (tanto gli svogliati e i lavativi non lavorano né in presenza né in DAD e non sono rappresentativi di un’intera generazione), senza la parte spensierata della scuola, le battute con i compagni, gli abbracci, le risate.

Allora noi adulti, non possiamo aggiungere sulle spalle di questa generazione anche la convinzione che se questa condizione si prolungherà nel tempo (tempo imprecisato, vorrei capire quanto tempo in DAD dovrebbe determinare la fine di un’intera generazione) la loro sarà una generazione persa, sprecata.

E’ ingiusto e francamente intollerabile. Gli stiamo lasciando già in eredità una serie di problemi che dovrebbero farci vergognare, allora non aggiungiamo anche il marchio di ‘generazione persa’.

Si è forse persa la generazione dei nostri nonni che ha perso mesi e mesi di scuola a causa della II Guerra Mondiale?

Iniziamo a pensare agli studenti di oggi, ai bambini, ai ragazzi come a una generazione forte, che sta trovando le forze e le risorse per adattarsi, andare avanti, darsi e darci coraggio. Li reputavamo viziati e deboli, invece si stanno dimostrando sensibili e forti.

Appena tutto ciò sarà alle loro spalle potranno riassaporare il privilegio di una lezione in classe e apprezzarne il valore. Dare un nuovo peso all’abbraccio di un amico, ad una partita di pallavolo in palestra, al sorriso compiaciuto di un insegnante.

Una generazione che con il nostro sostegno positivo, potrà recuperare in fretta, potrà dare un senso a questa terribile esperienza, potrà rendere giustizia ai morti, a chi ha sofferto, a chi ha perso tutto. Potrà andare avanti su una strada diversa, perché siamo noi adulti quelli che si sono persi nel cammino.

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