L’insegnante pendolare tra Latina e Padova per appena due ore di lavoro a settimana. Poi il lieto fine
Un’altra storia di docenti impegnati nel proprio lavoro con enorme sacrificio. Miriam ha 22 anni ed è un perito informatico che ha accettato, nel 2020, una supplenza, per appena 2 ore di lavoro a settimana, per circa 200 euro al mese.
La cifra non bastava nemmeno per pagare le spese per viaggio. Partiva dalla sua casa di Itri, in provincia di Latina, per insegnare all’istituto tecnico Girardi di Cittadella, in provincia di Padova, significava percorrere ogni volta più di 600 km. Dunque, spese al di sopra dei guadagni.
Perché, allora, fare questa “follia”? Lo spiega la stessa ragazza al quotidiano Il Gazzettino: “In piena pandemia, a marzo 2020, è arrivata la convocazione per due ore di insegnamento come tecnico di laboratorio di fisica e ho accettato il contratto di supplenza annuale. A Cittadella. Da qualche parte dovevo pur cominciare”.
E ancora: “Con l’ansia e le paure di quei mesi, in treno, avanti e indietro, Lazio-Veneto, Itri-Cittadella, ogni settimana, ogni mercoledì. Prezzi alle stelle, precauzioni di ogni tipo, misure di sicurezza. Tutto per due ore di lezione a settimana. Che però ho voluto fermamente”, racconta la docente.
La partenza avveniva il giorno prima delle lezioni e per risparmiare la docente acquistava biglietti di treni regionali: otto ore di viaggio e tre cambi. Infine, un’ora di autobus e l’arrivo a Cittadella. Notte in albergo, il giorno successivo le due ore di lavoro e a mezzogiorno il rientro a casa, circa alle 23. Un percorso faticosissimo per la ragazza.
Il lieto fine
Poi, però, tutto è cambiato. Lo scorso settembre l’Ufficio scolastico provinciale di Padova le ha assegnato 4 ore al Girardi e 14 ore al Newton-Pertini di Camposampiero: 18 ore settimanali fino all’estate. Così ora Miriam ha trovato casa a Padova e si è anche iscritta all’università nella facoltà di Economia.