La docente in sciopero della fame contro il green pass: “Ai parlamentari nulla, mentre a noi si chiede la “tessera verde” per poter lavorare. È giusto?”

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Non l’hanno fatta entrare a scuola e così, da oggi, ha iniziato lo sciopero della fame. Lei è Alba Silvani, 62 anni, di Sulmona (in provincia de L’Aquila), e dopo 21 anni di attesa e di graduatorie infinite, da questo anno scolastico è docente di ruolo. Ma non si è vaccinata e non ha il green pass.

“E stamattina – racconta all’Adnkronos – quando sono arrivata alla scuola dell’infanzia di Collarmele (Aq), dove devo insegnare, non mi è stato permesso di fare il mio lavoro perché mi è stato vietato l’ingresso, non avendo il certificato verde. Già nei giorni passati – spiega – quando sono andata a firmare il contratto, non mi avevano fatto accedere nell’istituto: hanno messo un tavolo fuori e lì ho siglato il contratto”.

Lei dice di non essere “una no vax”, ma su “questo vaccino anti Covid sperimentale” qualche dubbio ce l’ha, e “ragionando” ha deciso al momento che non è necessario. La sua protesta continuerà nei prossimi giorni, “almeno per cinque – evidenzia – ribadendo le mie ragioni e chiedendo il rispetto del diritto costituzionale al lavoro e contro ogni forma di discriminazione”. Ha anche inviato una lettera al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

“Il green pass – afferma – è discriminatorio e l’obbligo del tampone imposto agli insegnanti ogni 48 ore, non solo è fortemente invasivo e insostenibile sia sul piano sanitario che economico, ma rappresenta una discriminazione rispetto ad altre categorie come ad esempio i parlamentari e i lavoratori del Parlamento che possono entrare senza nessun obbligo di green pass: proprio i parlamentari che fanno le leggi valide per tutti gli altri cittadini! I parlamentari non debbono esibire nulla, mentre a noi si chiede la “tessera verde” per poter lavorare. È giusto?”.

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