La docente colpita dai pallini di gomma contro Littizzetto: “Ha perso occasione per stare zitta”

Arriva la risposta, tramite il proprio legale, della docente Maria Cristina Finatti, protagonista della triste vicenda accaduta lo scorso ottobre quando è stata colpita in classe da pallini di gomma.
Su Radio Deejay era intervenuta Luciana Littizzetto che aveva avuto parole taglienti nei suoi confronti (“Se il professore riesce a essere empatico non gli sparano in classe”).
L’insegnante, tramite il suo legale, afferma: “Mi auguro che sia stata una boutade delle sue perché, se la battuta è pensata, sta a significare che la signora “tollera” gli atti di bullismo in classe allorquando i docenti non siano stati in grado d’instaurare un rapporto empatico con gli alunni”.
Oggi il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, riceverà a Roma la preside dell’istituto “Viola Marchesini”, Isabella Sgarbi, convocata dopo l’indagine interna partita a livello scolastico.
“Sarà un incontro informativo in cui la dirigente andrà a riferire quanto accaduto dato che il ministro ha espresso la volontà di seguire personalmente il caso”, ha detto al Corriere del Veneto Roberto Natale che dirige l’Ufficio scolastico di Padova e Rovigo.
L’intervento integrale dell’attrice
“Il gesto è assurdo e violento, però la gestione della professoressa non so se è stata utile. Ho riflettuto su quanto sono cambiati i tempi da quando insegnavo io. Ho insegnato per 9 anni e nessuno mi ha mai sparato”, ha detto.
“C’erano delle classi particolarmente turbolente, tiravano gessetti, ma non ho mai pensato di denunciare, scrivere ai giornali. Era una faccenda mia e della scuola e mi dicevo: o imparo a gestire le classi difficili o è meglio che cambi mestiere” ricorda la comica.
“Bisogna imparare ad avere a che fare con questi energumeni. Se sei debole, loro ci marciano tantissimo. I ragazzi fiutano la debolezza. Non esiste una classe ingovernabile, esistono professori molto bravi con i quali i ragazzi stabiliscono una relazione e altri con cui non ci riescono. E’ anche colpa del professore, è l’empatia, è quel qualcosa che fa intuire ai ragazzi che li ami, che sei lì perché ti piace, ti interessa veramente quello che pensano. Se riesci a creare questa sensazione non ti sparano con la pistola ad aria compressa“.
“Questo ci deve far riflettere – aggiunge -. Sicuramente la docente non è riuscita a entrare in sintonia con gli studenti, scatenando questa aggressività, assolutamente da punire. Il bullizzare i professori c’è sempre stato, più il professore è debole e più questo saltava fuori. All’inizio anch’io ho fatto fatica. Poi mi sono chiesta: voglio fare questo mestiere? Sì, e allora devo fare io, devo conquistarli. All’epoca insegnavo musica“.