La docente che si traveste da gallina per dire no alle classi pollaio. Accade a Treviso

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Una docente ha adottato un modo insolito per attirare l’attenzione su un problema scottante: vestirsi da gallina e passeggiare per la zona di porta San Tomaso, a Nervesa. Questo singolare gesto ha lo scopo di portare alla luce la questione delle classi scolastiche sovraffollate, comunemente chiamate “classi pollaio”.

Nel mondo dell’istruzione, un’aula sovraffollata porta con sé un ventaglio di sfide. “Con classi sovraffollate, è difficile per gli insegnanti lavorare e per gli allievi imparare, specie se ci sono studenti stranieri con problemi linguistici o ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento o bisogni educativi speciali“, spiega Stella a La Tribuna di Treviso. Essendo anche una madre, comprende non solo le difficoltà dei docenti, ma anche quelle delle famiglie.

Attualmente, le scuole italiane hanno un limite minimo e massimo di studenti per classe. Nelle scuole dell’infanzia, il range è tra 18 e 26 bambini. Per le scuole primarie, il limite varia da 15 a 26 studenti, mentre per le scuole secondarie di primo grado, va da 18 a 27, ma in alcuni casi può arrivare fino a 30. Le scuole secondarie di secondo grado hanno un minimo di 27 e un massimo di 30 studenti.

Stella ha una proposta di soluzione per affrontare questa problematica: “Ridurre il numero minimo di studenti per classe di due unità nelle scuole secondarie di primo grado e primarie, si potrebbero ottenere ovunque classi da 16 ragazzi evitando così i “pollai”.

La petizione di Stella, rivolta al Ministro dell’Istruzione e al merito, Giuseppe Valditara, mira a dare il via a un movimento nazionale su questo problema. Il sostegno è già alto, con la prima firma raccolta a Treviso proveniente dall’insegnante e poeta Giordano Caldato. Gli attivisti sono incoraggiati e prevedono di tornare per il mercato di sabato, sfruttando l’afflusso di persone per raccogliere altre firme e sensibilizzare ulteriormente la popolazione su questa questione cruciale per il mondo dell’istruzione.

LINK ALLA PETIZIONE

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