La dislessia? Forse è la prova di una personalità geniale. Una nuova ricerca pubblicata da ricercatori di Cambridge

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La dislessia? Potrebbe essere un’opportunità. Anzi, potrebbe rivelarsi come una prova a favore di una personalità geniale. E la scuola, sempre più alle prese con questo disturbo dell’apprendimento, dovrebbe cambiare atteggiamento. Dovrebbe valorizzare i punti di forza dei dislessici, non dovrebbe stigmatizzare chi è affetto da dislessia, ma semmai promuovere l’apprendimento esplorativo allo scopo di aumentare l’adattabilità dei soggetti consentendo loro di sostenere meglio la portata delle sfide esistenziali che la specie umana è chiamata ad affrontare.

Questa, in sintesi, il succo di una ricerca intitolata Developmental Dyslexia: Disorder or Specialization in Exploration? appena apparsa sulla rivista specializzata Frontiers in Psycology a firma di due ricercatori: Helen Taylor e Martin Vestergaard dell’Università di Cambridge.

La dislessia è uno dei disturbi specifici dell’apprendimento. Si calcola che questi disturbi colpiscano almeno il 5,5 per cento della popolazione. In alcune realtà come Modena il dato si attesta, stando ai risultati pubblicati dalla Direzione scolastica regionale dell’Emilia Romagna, sul 6,5 per cento. Ma come fare a convivere con il disturbo? Si può condurre una vita normale in presenza di dislessia? Con i dovuti accorgimenti e con l’impegno di tutti i soggetti coinvolti nel mondo frequentato da ragazzi un disturbo che rimarrà come tale per tutta la vita può essere gestito nel migliore dei modi. A partire dalla scuola, anche se la scuola a un certo punto finisce e il disturbo rimane.

Ma per il nuovo studio, più che uno svantaggio, per bilanciare il quale le persone interessate, le famiglie e la scuola corrono ai ripari con strumenti compensativi e dispensativi, la dislessia potrebbe rappresentare un vantaggio in diverse circostanze. In particolare, suggeriscono gli studiosi, le persone che mostrano difficoltà nel comprendere in maniera veloce i testi scritti potrebbero trovare più comodo cercare altre vie.

Gli scienziati non contestano certo le difficoltà che vivono i dislessici, anzi. Ma dopo un lungo lavoro di analisi dei dati relativi a persone con diagnosi di dislessia evolutivache le aree di difficoltà vissute dalle persone con dislessia derivino da un compromesso cognitivo tra l’esplorazione di nuove informazioni e lo sfruttamento delle conoscenze esistenti. E che le persone portatrici del disturbo tendono a presentare abilità vantaggiose in materia di arte, ma anche in altri settori: “Una specializzazione esplorativa nelle persone con dislessia – spiegano gli autori – potrebbe aiutare a spiegare perché hanno difficoltà con compiti come leggere e scrivere”, e anche a rivelare il motivo per il quale le persone con dislessia “sembrano preferire talune professioni che si basano su capacità connesse con l’esplorazione, caratteristiche dell’imprenditorialità e non solo”

Taylor e Vestergaard sono convinti che la dislessia evolutiva è così diffusa perché ha fornito diversi vantaggi ai nostri antenati: La visione incentrata sul deficit della dislessia – sostengono – non racconta l’intera storia. Questo studio ci mette davanti a un nuovo quadro che ci più aiutare a comprendere meglio i punti di forza cognitivi delle persone con dislessia. Trovare l’equilibrio tra l’esplorazione di nuove opportunità e lo sfruttamento dei vantaggi di una scelta particolare è la chiave per l’adattamento e la sopravvivenza e sostiene molte delle decisioni che prendiamo nella nostra vita quotidiana”. Secondo gli studiosi, “i sistemi educativi che valutano principalmente la capacità di riprodurre informazioni note, invece di utilizzare le informazioni per sviluppare nuove soluzioni ed esplorare l’ignoto, mettono gli individui più esplorativi in ​​una posizione di svantaggio significativo.

Gli autori della ricerca sottolineano la “visione più ristretta dell’apprendimento nell’istruzione”, in cui “l’enfasi è sull’acquisizione e lo sfruttamento delle conoscenze esistenti”. Dato “l’analogo paradigma presente nella cognizione, sarebbe logico e vantaggioso sviluppare e introdurre approcci nell’istruzione e nel mondo accademico che alimentano un orientamento esplorativo verso l’apprendimento. Se, come affermato, gli esseri umani sono specializzati nella ricerca e nell’adattamento cooperativo, tali cambiamenti sono ancora più critici da implementare. Piuttosto che concentrarci semplicemente sulla cognizione individuale, suggeriamo di fare un passo indietro per considerare anche la ricerca cognitiva a livello di gruppo. Gli esseri umani si adattano principalmente attraverso adattamenti culturali, esplorando, ottimizzando e consolidando comportamenti o invenzioni in più domini che contribuiscono alla nostra sopravvivenza”. Secondo gli studiosi ridisegnare i sistemi educativi e altri sistemi culturali tenendo presente questa comprensione potrebbe non solo servire meglio la realizzazione individuale e l’autostima ma potrebbe anche essere vitale per la società nel suo insieme.

La ricerca. Testo integrale

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