La didattica che non conoscevi, dal Mobile Learning all’EAS. L’enfasi sul digitale

WhatsApp
Telegram

In molti conoscono il metodo Montessori, da sempre caposaldo di una corrente pedagogica molto longeva e una delle metodologie didattiche più apprezzate. Eppure oggigiorno, col fiorire di centri di ricerca internazionali focalizzati sui metodi e le tecnologie didattiche, diversi insegnanti e/o accademici si fanno promotori delle metodologie più disparate.

Queste, divergendo a volte dalla tradizione, risultano spesso meno note di quelle canoniche, ma in molti casi sono altrettanto valide: vediamone qualcuna.

Mobile Learning

Il rapido sviluppo delle TIC ha reso possibile sviluppare nuove forme di istruzione come la DaD o la FAD, e contestualmente la conoscenza di dispositivi mobili da parte degli studenti digital native rende possibile l’ingresso dell’apprendimento mobile, anche detto mobile learning.

Il mobile learning(o M-learning) è l’apprendimento a distanza (non necessariamente in fase di didattica a distanza) con l’ausilio di dispositivi elettronici mobili personali come tablet, telefono cellulare, riproduttori audio digitali, fotocamere digitali, registratori vocali, ecc.

Oggigiorno, vista la convergenza di linea fissa e mobile, dire Mobile Learning sembra quasi dire E-learning (ovvero electronic learning), da cui appunto la prima prende le mosse.

Eppure, le differenze tra le due sono molteplici, perché la prima presuppone la disponibilità di un computer desktop o laptop, fruibile solo in alcuni contesti, mentre gli strumenti mediante cui si accede al m-learning non sono vincolati a un luogo e possono essere fruibili ovunque e in qualsiasi situazione.

Si è visto infatti, in questo periodo di didattica a distanza, quanto sia importante considerare che il pc o il computer possono essere strumenti imprescindibili per alcune materie (es. grafica, fotografia ecc.): ma non è scontato che gli alunni ne abbiano disponibilità in casa.

Per ovviare a questa situazione è dunque importante considerare, nell’assegnazione dei compiti e nell’esecuzione degli stessi, delle alternative al computer fisso, che permettano agli alunni di svolgere il compito anche semplicemente con lo smartphone (es. prevedere l’uso di app anziché di software, per portare a termine un compito di grafica).

EAS: l’enfasi sul digitale

Come si vede dai princìpi del M-Learning, alunni che usano dispositivi di apprendimento mobile ricercano lezioni just-in-time e ad hoc, in formati piccoli e facilmente gestibili (es. podcast), da poter fruire nel momento del bisogno.

A questo si ispira anche l’EAS – acronimo di “Episodi di Apprendimento Situato”.

Si tratta di piccole esperienze di apprendimento, estemporanee ma significative perchè portano gli alunni verso la realizzazione di artefatti digitali, utili a favorire un’appropriazione personale dei contenuti.

L’EAS nasce grazie al prof. Pier Cesare Rivoltella, che lo diffonde in Italia nel 2014; la metodologia è basata su un’accurata progettazione del docente (che viene chiamata “Lesson Plan”, in inglese”), e rappresenta la prima delle tre fasi (preparatoria, operatoria e ristrutturativa) di cui si compone.

Il filone pedagogico di riferimento è quello della “scuola del fare” di Freinet, con la sua “lezione a posteriori”, definita da Rivoltella stesso nel suo blog:

la lezione è a posteriori quando essa non è più il momento dell’acquisizione di informazioni. L’informazione viene fatta acquisire dallo studente in fase preparatoria, cosicché a lezione si possa valorizzare il momento del problem solving.”

Lo stesso iniziatore della metodologia, sempre nel suo blog, dà più informazioni circa le tre fasi:

Un EAS è un micro-modulo didattico costituito da tre momenti:

– una introduzione, in cui l’insegnante accenna alla cornice concettuale che si dovrà tenere presente e assegna un compito da svolgere;

– una parte centrale, in cui il compito viene svolto attraverso una produzione multimediale (analisi di un testo, realizzazione di un video, fotografie, ecc.);

– un parte conclusiva, nella quale l’insegnante accompagna la classe a fare debriefing su ciò che è successo.”

L’EAS fa suoi, dunque, molti dogmi dell’attivismo pedagogico, del Mobile Learning e del Micro-learning; rappresenta inoltre un punto di svolta rispetto a quelle classiche, per alcuni motivi.

Innanzitutto, ha un forte focus sul digitale – non solo perché promuove fortemente l’uso delle TIC in classe (tablet e smartphone compresi), ma anche perché gli insegnanti devono valutare dei compiti presentati non più sul cartaceo, bensì digitali appunto.

Ne consegue che:

– va riprogettata la lezione – che non è frontale ma a posteriori;

– cambiano le logiche della valutazione perché ogni EAS di fatto fornisce all’insegnante un prodotto dello studente valutabile;

– va riconsiderata la variabile tempo, perché la didattica digitale ne chiede di più e favorisce le condizioni per l’attivazione di un’educazione lenta.

WhatsApp
Telegram

Studenti stranieri, integrazione e inclusione, FORMAZIONE OBBLIGATORIA: Metodologie, Italiano L2, unità di apprendimento pronte, tic e valutazioni. 25 ore di certificazione