La Corte dei Conti bacchetta il governo: “Nella Pa servono 65.000 figure per centrare l’obiettivo della digitalizzazione previsto dal PNRR”

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La recente relazione al Parlamento della Corte dei conti ha evidenziato un significativo ritardo dell’Italia nella dotazione di personale specializzato in ambito digitale, rispetto ad altri Paesi europei.

Il gap emerge nonostante le spinte innovative del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che mira a innalzare il livello di competenze digitali nel settore pubblico.

Per allinearsi agli standard europei, l’Italia avrebbe bisogno di un incremento di 65.000 occupati qualificati come ‘scientists and engineers’. La magistratura contabile sottolinea che tale percorso deve essere supportato dal rafforzamento delle dotazioni di personale con elevate competenze tecniche, un intervento strategico per la digitalizzazione delle amministrazioni.

Il PNRR non segna una discontinuità con le politiche precedenti ma rappresenta piuttosto un’accelerazione dei processi di digitalizzazione, con effetti rilevanti sui fabbisogni occupazionali delle amministrazioni pubbliche. Tuttavia, il recupero dei ritardi è una sfida ardua, in particolare per le difficoltà incontrate negli ultimi anni nel reclutamento di profili professionali tecnici o altamente specializzati.

Le difficoltà nell’attività concorsuale e nel reperimento di tali profili rischiano di frenare gli sforzi di modernizzazione e di rispondere efficacemente ai crescenti bisogni di digitalizzazione. La relazione pone dunque l’accento sulla necessità di un’imminente e decisa azione correttiva per colmare il divario digitale e assicurare che la pubblica amministrazione possa tenere il passo con le trasformazioni in atto nel panorama europeo e globale.

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