“La competizione a scuola crea ansia e disagio. Meglio la meritocrazia, che crea invece entusiasmo”. Le parole di Dacia Maraini

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“C’è chi dice che la scuola stia imponendo un metodo di competizione che crea ansia e malessere nei ragazzi. Da qui la fuga dall’apprendimento. C’è chi sostiene che un poco di competizione sia necessaria per districarsi nella vita e che non a caso i più bravi se ne vanno all’estero dove la competizione è più praticata e procura rispetto e considerazione, nonché maggiori guadagni. Io però cambierei parola. Invece di competizione che in effetti suona come una forzatura a volte crudele, parlerei di meritocrazia, che è ben altra cosa”.

Lo scrive la scrittrice Dacia Maraini nel suo editoriale per il Corriere della Sera.

La riflessione di Maraini, dunque, è rivolta al termine e concetto di merito: “Mentre si può dire che la competizione imposta crea panico e disagio, dobbiamo riconoscere che la meritocrazia è un valore di cui non si può fare a meno per la crescita di un Paese“.

Non solo: “dobbiamo convenire che il merito crea entusiasmo ed emulazione, salvo naturalmente qualche malignità da invidia a cui non bisogna dare troppa importanza”.

Secondo la scrittrice “offrire uguale possibilità di accesso agli studi e all’apprendimento è fondamentale. Ma incoraggiare chi ha un talento speciale non è una ingiustizia“.

Anche se molti sostengono che chi viene favorito nelle sue predisposizioni finisce per ottenere un potere psicologico e culturale che comporta privilegi e potere”, osserva in conclusione Maraini.

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