La colpa non è dei giovani… Lettera

Inviata da Roberta Cuozzo – Anno 2022… La scuola non avanza, non si aggiorna, non si adegua ai tempi che cambiano eppure il suo target è rappresentato dai giovani in continua evoluzione e crescita. I famosi programmi per alcune materie sono cristallizzati a 40 anni fa.
Ad esempio, pensiamo alla civiltà greca e romana: viene introdotta alle scuole elementari, studiata alle scuole medie e approfondita alle scuole superiori… Però poi i ragazzi non conoscono le dinamiche geopolitiche dell’ultimo ventennio perché si arriva spesso ahimé al famoso Novecento (ricordiamo che é il secolo scorso).
Delle scienze integrate (fisica, chimica, scienze della terra, biologia) si danno cenni alla scuola primaria (peraltro approssimativi come é naturale che sia) e alla secondaria di primo grado, creando spesso convinzioni errate che si fa fatica a “scardinare” e “ricostruire”.
Questo in termini di conoscenze, dove risulta evidente la necessita di ricalibrare anche cronologicamente lo sviluppo e approfondimento di determinati argomenti.
Ben diverso é l’aspetto delle competenze.
Lì al contrario per rimanere al passo con i tempi si dà come prioritario l’utilizzo di device elettronici, piattaforme didattiche, tool di simulazione nei vari ambiti, principali applicativi di calcolo etc ma si perde di vista l’aspetto base: saper fare di conto e saper scrivere e leggere.
Nella corsa affannosa, soprattutto dopo la didattica a distanza, all’utilizzo di diversi applicativi, spesso si contano sulle dita della mano allievi in grado di relazionare su aspetti anche tecnici per iscritto senza commettere “orrori di ortografia” ed effettuare operazioni piuttosto semplici senza ricorrere all’uso della calcolatrice.
Anche qui magari andrebbero rimodulate le programmazioni a livello ministeriale, dando più rilievo alla sostanza che non alle “scartoffie burocratiche” con livelli, indicatori e quant’altro.
Si chiede tanto ai giovani ma l’istruzione li priva in partenza di strumenti/conoscenze/abilità di base fondamentali per un corretto inserimento nel mondo del lavoro.
In un mondo di “manga”, la lettura di un testo risulta quasi anacronistica, come anche la scrittura di un diario. Eppure con una email scritta in modo corretto e inviata ad un cliente, spesso l’80% del lavoro è svolto.
In un mondo digitalizzato in cui le famiglie sono spesso assenti, la figura del vecchio maestro, punto di riferimento, può giocare un ruolo essenziale. E purtroppo con queste nuove modalità di concorso più che persone appassionate all’insegnamento spesso si reclutano docenti con enormi conoscenze e competenze disciplinari che magari però non hanno abilità nel trattare “materiale umano”, e magari non sono nemmeno motivate ad acquisirle.
In sostanza chi è ai vertici di questa complessa macchina che é la scuola, dovrebbe calarsi nella realtà, “mettersi al posto dell’altro”.
Normare un’istituzione, soprattutto una complessa com’è la Scuola, comporta legiferare avendo presente il punto di partenza e quello di arrivo, e tra questi due paletti costruire un percorso formativo mirato, valido ad un futuro inserimento dei giovani nel Mondo del lavoro.
Parole che sono un’esortazione ma purtroppo restano solo uno sfogo.