Jannik Sinner vs Tony Effe, il pedagogista Stefano Rossi: “La gentilezza è la vera ribellione, la trasgressione non è usare la violenza”

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Un confronto tra due giovani di successo, ma agli antipodi: da una parte il tennista Jannik Sinner, dall’altra il trapper Tony Effe. È questo il punto di partenza della riflessione del pedagogista Stefano Rossi, che in un post sui social media ha lanciato un appello per una nuova “trasgressione”: la gentilezza.

Mentre i testi di Tony Effe inneggiano alla violenza e all’ostentazione – pur essendo difeso dalla compagna che lo descrive come un ragazzo gentile e premuroso –, Sinner incarna un modello opposto. La sua forza non risiede solo nelle vittorie, ma nel “come” vince: umile, determinato e rispettoso, anche verso chi lo attacca. Un fotogramma lo ritrae mentre consola il rivale Zverev, sconfitto in finale: “Stai lavorando duramente. Non ti abbattere. Alzerai anche tu uno Slam”. Un gesto di autentica empatia, che Rossi contrappone alla “violenza ostentata” del trapper.

“Mostrate ai vostri figli questa foto. Prendete poi un testo di Tony Effe e leggetelo insieme”, è l’invito del pedagogista. La domanda da porre agli adolescenti è cruciale: “Chi vuoi diventare?”. Un individuo che nasconde la propria gentilezza dietro testi beceri, o qualcuno capace di unire tenacia e grinta all’empatia, qualità sempre più rara? Rossi critica aspramente i trapper, definendoli “pavidi ultra-conformisti” che si credono ribelli. La vera ribellione, oggi, è il coraggio di essere gentili.

“Ai miei ragazzi non smetto mai di ripetere che la trasgressione di cui abbiamo bisogno dagli adolescenti di oggi non è la violenza, ma la gentilezza”, conclude Rossi.

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