Ius soli e ius studii, diritto al lavoro e al futuro. SISA in piazza l’11 e 18 ottobre
SISA – È oggi la giornata mondale degli insegnanti, giustamente non festeggiata in Italia, dove i miserevoli stipendi si accoppiano a una deplorevole scarsa considerazione sociale, promossa da politici e media, da molti anni ostili alla scuola e a chi vi lavora, docenti e ATA.
SISA – È oggi la giornata mondale degli insegnanti, giustamente non festeggiata in Italia, dove i miserevoli stipendi si accoppiano a una deplorevole scarsa considerazione sociale, promossa da politici e media, da molti anni ostili alla scuola e a chi vi lavora, docenti e ATA.
Ieri la giornata nazionale per la scuola pubblica ha visto un’importante manifestazione per le vie di Milano.
Nello spirito sempre unitario che caratterizza il Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente, torneremo per le strade di Milano per le manifestazioni di venerdì 11 ottobre con gli studenti e venerdì 18 ottobre insieme al sindacalismo di base, con partenza come sempre alle ore 9.00 da largo Cairoli, perché le ragioni di giovani e studenti, di precari ed esodati, di pensionati e disoccupati sono il cuore di un impegno sociale per un domani che dobbiamo costruire adesso, fondato sui diritti, sui beni comuni e sul reddito di cittadinanza.
Tuttavia sentiamo che è anche il tempo di una battaglia per la piena affermazione dei diritti di umanità, violentati e uccisi ancora una volta a Lampedusa.
Come SISA chiediamo che l’Unione Europea esiga dall’ONU il Diritto di libera circolazione mondiale per ogni essere umano, senza più vincoli razzisti e discriminatori che fanno dei cittadini del nord del mondo dei privilegiati liberi di entrare in ogni paese della terra e di quelli del sud del pianeta esseri umani che non possono muoversi dalle loro nazioni.
Chiediamo al parlamento una legge immediata per lo Ius Soli, ovvero chi nasce in Italia è cittadino italiano, ma anche subito una legge per lo Ius Studii, ovvero chi, nato in altra nazione, ha studiato alla primaria e alla secondaria di primo e secondo grado in Italia, deve avere il pieno diritto di chiedere la cittadinanza italiana e ottenerla.
Solo la solidarietà vince, mentre il pessimo governo Letta ottiene nel silenzio generale il rinvio del Fiscal Compact al 2015 (dovrà quindi essere pagato sino al 2034), quando invece dovrebbe ridiscutere con l’Europa questa norma distruttiva che impone ogni anno per venti anni, 60 miliardi di euro di tagli, e sempre il governo rifinanzia le missioni di guerra italiane.
Gli italiani reclamano lavoro e futuro, è tempo di esigerlo.
Davide Rossi
Segretario generale