Ius Scholae, l’affondo di Feltri: “Il solo fatto che bisogna spiegarla è la prova che è una battaglia persa. Tajani incomprensibile”

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Il dibattito sullo ius scholae, la proposta di legge che mira a concedere la cittadinanza italiana ai minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni dopo aver completato un ciclo scolastico, continua ad animare il panorama politico.

In un’intervista rilasciata a Il Foglio, il noto giornalista Vittorio Feltri ha espresso la sua opinione in merito, con il suo consueto stile provocatorio e diretto.

Feltri non ha usato mezzi termini nel definire la discussione sullo ius scholae come una “ca***ta”, criticando aspramente la posizione di Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, che si è schierato a favore della proposta. Il giornalista ha descritto Tajani come “un tarantolato”, manifestando stupore per il cambio di posizione del politico.

Il direttore editoriale di Libero ha poi sollevato dubbi sull’urgenza di tale provvedimento, sostenendo che l’Italia sia già un paese che concede facilmente la cittadinanza. Ma la critica più pungente di Feltri riguarda la comprensibilità stessa del termine “ius scholae” per il cittadino medio italiano.

“Il solo fatto che bisogna spiegarla è la prova che è una battaglia persa”, ha affermato Feltri, citando Indro Montanelli: “Non farsi capire è maleducazione. Se io non capisco, imbecille è chi non mi fa capire”. Secondo il giornalista, l’uso di termini latini e poco comprensibili renderebbe la proposta di legge incomprensibile e quindi inefficace.

Feltri ha concluso l’intervista esprimendo la sua perplessità nei confronti del “nuovo” Tajani, ricordando come in passato lo considerasse una figura politica “mummificata” e manifestando il suo disappunto per questo cambio di rotta.

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