Ius Scholae, la scuola è davvero lo strumento giusto per integrare i cittadini? Ecco cosa ne pensano i lettori

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Il dibattito sullo Ius Scholae sta impazzando in questi giorni, con molti che si chiedono se la scuola sia davvero lo strumento giusto per integrare i cittadini che non sono nati sul suolo italiano.

Un utente ha scritto su X: “Ho due nipotine che hanno frequentato la 2^ e la 3^ media quest’anno. Sono le prime nelle rispettive classi, ma non sanno nulla di Leggi italiane, di Costituzione, di sistema elettorale, di rapporti con l’Europa. La scuola non fa cittadini italiani”.

I commenti a questo post sono stati numerosi e hanno sollevato un dibattito acceso. Alcuni hanno confermato l’esperienza dell’utente, sottolineando che la scuola non fornisce gli strumenti necessari per creare cittadini italiani.

Un utente ha commentato: “Nessuno mi ha mai insegnato nulla di ordinamento dello stato, Costituzione”. Un altro ha scritto: “Mia figlia ha finito quest’anno la terza media e ha fatto tutti e tre gli anni educazione civica e queste cose le ha studiate e le sa anche molto bene, penso dipenda anche dall’insegnante”.

Un altro utente ha espresso un’opinione diversa: “Assolutamente vero. La scuola è completamente inutile ai fini dell’integrazione e della cittadinanza. E per i ragazzi stranieri spesso è solo un posto in cui perdere tempo e anche sentirsi isolati perché le famiglie di origine continuano ad educarli secondo le proprie islamiche tradizioni. La soluzione non sarà mai la scuola. Il problema sono le famiglie in cui questi ragazzi crescono”.

Un utente, infine, ha ironizzato sul fatto che se la conoscenza delle leggi e dell’ordinamento giuridico fosse il metro per giudicare la meritevolezza della cittadinanza italiana, i cittadini italiani sarebbero ridotti a poche centinaia di migliaia.

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