Ius Scholae, il Movimento Cinque Stelle rilancia: “In Parlamento ci sono i numeri per approvarlo”
Il successo degli atleti azzurri alle Olimpiadi di Parigi, accompagnato da inaccettabili episodi di razzismo, ha riacceso il dibattito sulla cittadinanza italiana per gli stranieri nati o cresciuti nel nostro Paese. Un tema cruciale che la politica ha il dovere di affrontare con responsabilità, superando logiche ideologiche e strumentalizzazioni.
Attualmente, l’Italia si basa principalmente sullo ius sanguinis, che riconosce la cittadinanza in base alla discendenza da cittadini italiani. Un sistema che penalizza fortemente chi, pur sentendosi italiano a tutti gli effetti, si scontra con ostacoli burocratici e discriminazioni.
Se per gli stranieri maggiorenni la strada per ottenere la cittadinanza è lunga e tortuosa, ancora più complessa è la situazione dei minori di origine straniera nati e cresciuti in Italia, che spesso si vedono negare il riconoscimento della propria identità.
Come segnala il Corriere della Sera, mentre i partiti di destra sembrano intenzionati a ignorare il problema, arroccati su posizioni ideologiche e securitarie, le forze di sinistra propongono l’introduzione dello ius soli, la cittadinanza per il solo fatto di nascere sul suolo italiano.
Una soluzione che, pur muovendo da intenti condivisibili, rischia di rivelarsi inefficace e di creare squilibri nel sistema. Attribuire la cittadinanza a chiunque nasca in Italia, senza considerare i percorsi di integrazione, non appare una soluzione percorribile.
In questo scenario, il Movimento 5 Stelle rilancia la proposta dello ius scholae. Un meccanismo che consentirebbe ai bambini nati o arrivati in Italia entro i 12 anni di ottenere la cittadinanza dopo aver completato un intero ciclo di studi. Un criterio equilibrato che coniuga il diritto alla cittadinanza con l’importanza dell’istruzione come strumento di integrazione e di condivisione dei valori fondanti della nostra società.
Nell’anno scolastico 2021/2022 gli studenti privi della cittadinanza italiana erano all’incirca 872.360, pari a oltre il 10% degli iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie.
Per i pentastellati lo ius scholae rappresenterebbe una soluzione di buon senso, capace di superare le divisioni ideologiche e di rispondere alle esigenze di migliaia di ragazzi che, pur essendo parte integrante del tessuto sociale italiano, si vedono negare diritti fondamentali.
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