Ius Scholae, Forza Italia presenta la propria proposta di legge: “Con 10 anni di scuola dell’obbligo si può aspirare a diventare cittadini italiani”. I dettagli
Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha presentato a Milano la proposta di legge di Forza Italia, nota come Ius Italiae, che mira a semplificare il processo di acquisizione della cittadinanza italiana.
Secondo Tajani, per diventare cittadini italiani è fondamentale possedere una solida conoscenza della lingua italiana, della storia e della geografia del Paese, nonché della Costituzione e dei principi di educazione civica.
“Dopo dieci anni di scuola dell’obbligo, svolti con impegno e profitto, si può aspirare a diventare cittadini italiani”, ha affermato Tajani, evidenziando l’importanza di un percorso educativo come prerequisito per l’integrazione nella società.
“Abbiamo lavorato intensamente per definire norme che non siano permissiviste e che non favoriscano l’immigrazione illegale nel nostro Paese. Le regole si basano sulla serietà e sui diritti. Essere cittadino italiano è una cosa seria”, ha dichiarato Tajani.
La proposta conferma il principio dello ius sanguinis, ma con una modifica significativa: “Abbiamo deciso di ridurre l’albero genealogico. Il principio sarà valido fino al bisnonno, non fino al 1861″, ha spiegato Tajani durante un convegno. L’obiettivo è evitare abusi: “La cittadinanza non è un business né una barzelletta. Vogliamo veri italiani, non persone che cercano un passaporto comunitario”, ha concluso.
Tajani ha chiarito che la proposta non è contro qualcuno, ma mira a risolvere un problema. “Presenteremo questa proposta di legge alla Camera e al Senato, ma prima ne discuteremo con i nostri alleati. Abbiamo inviato la nostra proposta ai capigruppo di Camera e Senato di Lega, Fratelli d’Italia e Noi Moderati per una valutazione”, ha concluso il ministro.
La proposta di legge nei dettagli
La proposta di legge si articola su tre punti fondamentali per riformare l’acquisizione della cittadinanza italiana.
La proposta introduce il concetto di Ius Italiae, permettendo agli stranieri nati in Italia o arrivati entro il quinto anno di età, che risiedono ininterrottamente per dieci anni e completano con successo il ciclo scolastico obbligatorio (5 anni di elementari, 3 di medie, 2 di superiori), di ottenere la cittadinanza a 16 anni. La richiesta deve essere presentata da un genitore, ma se ciò non avviene, il giovane potrà farlo al compimento dei 18 anni. Tajani ha sottolineato che queste regole non sono permissive e non favoriscono l’immigrazione illegale, ma si basano su serietà e diritti, affermando: “Essere cittadino italiano è una cosa seria”.
L’idea di Forza Italia limita la trasmissione della cittadinanza per ius sanguinis, escludendo gli stranieri con sangue italiano se genitori, nonni e bisnonni sono nati all’estero. La disposizione si applica solo ai nati dopo l’entrata in vigore della legge. Tajani ha spiegato: “Abbiamo deciso di ridurre l’albero genealogico: il principio è valido fino al bisnonno e poi basta, non fino al 1861 come in precedenza”. L’obiettivo è evitare truffe, garantendo che la cittadinanza non diventi un business o una barzelletta.
La proposta prevede che i Comuni possano richiedere fino a 600 euro per le pratiche di riconoscimento della cittadinanza per gli oriundi, con un analogo aumento per la documentazione prodotta dai consolati. Inoltre, i tempi di attesa per le domande di cittadinanza a seguito di matrimonio, adozione di maggiorenne o residenza vengono ridotti a un anno, prorogabile di ulteriori 6 mesi. I Comuni avranno un anno per smaltire le pratiche giacenti.
Tajani ha precisato che il testo non è contro qualcuno, ma mira a risolvere un problema. La proposta sarà presentata alla Camera e al Senato, ma prima sarà discussa con gli alleati, ai quali è stato inviato il testo per una valutazione.
Il commento del Ministro
Di Ius Italiae “se ne parla da agosto. Io credo che innanzitutto dobbiamo preoccuparci di integrare gli studenti stranieri che oggi hanno un tasso di dispersione molto elevato e spesso un livello di conoscenza della lingua italiana non corrispondente a quello dei loro compagni italiani. Quindi, la prima cosa da fare è questa e noi abbiamo provveduto, stiamo provvedendo con i corsi di italiano obbligatori e con la necessità per le scuole a partire da quest’anno di verificare il grado di conoscenza”. Lo dice il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, arrivando a Pontida per la festa dei giovani della Lega.
“Quest’anno formeremo anche insegnanti di italiano specializzati nella formazione dei ragazzi stranieri che non conoscono la nostra lingua ed è questo un passaggio fondamentale. Credo che sia necessario parlare di integrazione prima di qualsiasi altra cosa”, aggiunge il titolare del ministero di Viale Trastevere.