ITP: Perplessità sulla proposta di riconversione sul sostegno

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Comunicato GILDA – Nei giorni scorsi avevamo tirato un respiro di sollievo constatando un’apertura alle nostre rivendicazioni quando il 15/12/14 tra i risultati della consultazione la Buona Scuola veniva finalmente riconosciuta la necessità di potenziare gli insegnamenti di attività pratiche nei Tecnici e nei Professionali

Comunicato GILDA – Nei giorni scorsi avevamo tirato un respiro di sollievo constatando un’apertura alle nostre rivendicazioni quando il 15/12/14 tra i risultati della consultazione la Buona Scuola veniva finalmente riconosciuta la necessità di potenziare gli insegnamenti di attività pratiche nei Tecnici e nei Professionali

Molti di noi docenti ITP hanno iniziato a sperare di veder finalmente riconosciuta ed apprezzata la nostra professionalità dopo anni in cui ci siamo visti togliere un poco alla volta le prospettive di insegnamento riservate alla nostra figura.

Il tempo per gioire è stato brevissimo, infatti con una tempista che definire diabolica è poco, il giorno 22/12/2014 (ultimo giorno prima delle vacanze) ci viene comunicato di essere stati ammessi a frequentare i corsi di riconversione sul sostegno organizzati dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio (come da nota n. 0034202 del 19-12-2014) con termine per presentare eventuale dichiarazione di rinuncia fissato per il giorno 14/1/2015.

Che dire? Si continua a considerare la nostra figura talmente poco degna di rispetto che non ci si preoccupa neanche di coordinare gli interventi che ci riguardano!

Come possiamo prendere una decisione così importante per il nostro futuro se non ci viene offerta la possibilità di scegliere in modo consapevole, visto che non sappiamo bene cosa succederà nel caso in cui decidessimo di accettare ed essere riconvertiti sul sostegno? Oppure, che cosa accadrà se si presenta la rinuncia?

Mi domando a questo punto:

  • Perché proprio ora che finalmente era stata riconosciuta la necessità di potenziare le attività di laboratorio nei tecnici e professionali si vuole dirottare sul sostegno un numero così elevato di docenti di laboratorio?
  • Se migliaia di ITP saranno riconvertiti sul sostegno (anche quelli che attualmente hanno la cattedra) chi si occuperà degli insegnamenti di laboratorio? Saranno affidati agli ITP precari che debbono essere immessi in ruolo o ad esterni?
  • Qualcuno ha calcolato a quanto ammontano i costi di questa operazione di formazione di migliaia di docenti per la Comunità? Non sarebbe più utile con quelle cifre potenziare le attività di laboratorio con una ricaduta positiva sugli studenti?

Le possibili risposte a questi quesiti sono 3:

  1. Non c’è nessuna reale intenzione di potenziare le ore di laboratorio malgrado gli intenti dichiarati;

  2. Assistiamo ad un tentativo di affidare ad altre figure professionali gli insegnamenti di laboratorio sprecando quindi un bagaglio di risorse umane attualmente a disposizione dell’Amministrazione scolastica;

  3. Gli ITP sono così poco considerati che nessuno si è posto il problema di coordinare la tempistica di questi provvedimenti.

I numerosi ITP che dovranno decidere se accettare la proposta di riconversione sul sostegno entro il 14/1/2015 (nel Lazio), sono molto combattuti: da una parte la prospettiva di poter avere un minimo di stabilità dopo anni di mancanza di prospettive, pagando il caro prezzo di rinunciare all’insegnamento della disciplina che avevano scelto e sulla quale si sono specializzati nel corso degli anni, per dedicarsi ad un insegnamento molto delicato che sicuramente non avrebbero chiesto in situazioni normali. Da un’altra parte la sofferta decisione di rinunciare alla riconversione puntando a continuare ad insegnare le stesse materie per le quali erano stati assunti , non sapendo se saranno effettivamente potenziate le ore.

C’è una terza ipotesi che temo sarà molto praticata, vista la mancanza di informazioni allo stato attuale, nel dubbio molti si lasceranno aperta la strada del sostegno, inizieranno a frequentare e poi decideranno in seguito se abbandonare o no. Questa soluzione, che sarà per forza di cose scelta da molti di noi, rappresenterebbe l’ennesimo spreco di risorse poiché i costi dei corsi sono a carico dell’Amministrazione. Non si poteva prima affrontare il potenziamento delle ore di laboratorio e soltanto dopo valutare a chi proporre la riconversione sul sostegno?

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A chi possiamo rivolgere i nostri quesiti? Io, come la maggior parte dei colleghi coinvolti, ho moltissimi dubbi:

  • Saranno penalizzati i docenti che non accetteranno di riconvertirsi? Come?
  • I docenti riconvertiti otterranno maggiori punti nelle graduatorie?
  • Chi si è riconvertito sarà obbligato a transitare sul sostegno?
  • Se successivamente ci sarà una iniziativa di riconversione specifica sulle nostre discipline (Come tutti noi auspichiamo) chi si è già riconvertito potrà partecipare?
  • Quali saranno i tempi e le modalità di frequenza ai corsi?
  • Si svolgeranno in orario di servizio? Noi potremmo avere anche altri impegni privati o lavorativi e non possiamo abbandonare le nostre attività dall’oggi al domani.
  • Visto che presto i licenziamenti nel pubblico impiego saranno di facile attuazione, i docenti che resteranno in soprannumero non avendo accettato di riconvertirsi saranno a rischio licenziamento?

Perché non si forniscono chiarimenti più precisi per aiutarci a scegliere in modo più consapevole?

Ritengo che questa situazione stia a rappresentare l’ennesima mancanza di considerazione per la nostra categoria e in primo luogo per la nostra dignità!

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