Italia sempre più vecchia, continua la migrazione da sud a nord, si fanno più figli al nord che al sud
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Red – I risultati del Rapporto Osservasalute confermano anche quest’anno una flessione delle nascite, anche se la popolazione italiana continua ad aumentare grazie agli influssi migratori in entrata.
Red – I risultati del Rapporto Osservasalute confermano anche quest’anno una flessione delle nascite, anche se la popolazione italiana continua ad aumentare grazie agli influssi migratori in entrata.
Le Regioni che non crescono (saldo totale negativo) sono solamente tre: Basilicata (-2,5 per 1.000), Molise (-0,6 per 1.000) e Liguria (-0,1 per 1.000); il saldo migratorio è positivo grazie, soprattutto, alla capacità attrattiva delle regioni del Centro-Nord.
Il movimento in uscita continuo dalle regioni meridionali è confermato (escluso l’Abruzzo). Le regioni con più migranti in uscita sono Basilicata, Calabria e Campania con un saldo migratorio negativo molto elevato (rispettivamente, -3%, -3,3%, -3,4%.
Le realtà territoriali che maggiormente hanno ospitato migranti sono state la Provincia di Trento (+2,9%), l’Emilia-Romagna (+2%), la Toscana (+1,5%), il Friuli Venezia Giulia (+1,4%) e il Lazio (+1,4%).
Il tasso di fecondità totale (Tft) nazionale è passato da 1,42 del 2008 a 1,41 del 2009 e nel 2011 è pari a 1,39. Si arresta quindi il sia pur minimo processo di ripresa dei livelli di fecondità che era iniziato a partire dal 1995 quando il Tft raggiunse il suo valore minimo di 1,2 figli per donna.
I valori più alti delle nascite si registrano anche quest’anno nelle province di Trento e Bolzano e in Valle d’Aosta, dove tale indicatore è prossimo a 1,6 figli. per donna.
Seguono la Lombardia (1,48), l’Emilia Romagna (1,46), il Veneto (1,44), il Lazio (1,41), il Piemonte (1,4), le Marche (1,39).
Le regioni dove si registra un Tft particolarmente basso (ossia inferiore a 1,2 figli per donna in età feconda) sono nel Sud (Sardegna con 1,14, Molise con 1,16 e Basilicata con 1,17).
La fecondità delle donne straniere (2,04), e’ circa il 50% in più di quella delle donne italiane (1,39).
Anche il Rapporto 2012 mostra la tendenza incessante all’invecchiamento della popolazione italiana, la quota dei giovani sul totale della popolazione è, difatti, contenuta, mentre il peso della popolazione ”anziana” (65-74 anni) e ”molto anziana” (75 anni e oltre) è consistente.
Nel 2011 la popolazione in età 65-74 anni rappresenta il 10,2% del totale, e quella dai 75 anni in su il 10,1%.
Si conferma Regione più vecchia la Liguria (gli anziani di 65-74 anni sono il 12,7% della popolazione; gli over-75 il 14%), Regione più giovane la Campania (65-74 anni sono l’8,3% della popolazione; over-75 il 7,8%.