Istruzione parentale, “non è un affare privato”: l’esigenza di garantire l’istruzione scolastica corrisponda ad un preciso interesse pubblico

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Sentenza storica del Consiglio di Stato: l’istruzione parentale non può essere considerata un “affare privato” delle famiglie. Con la sentenza n. 1491 del 2024, il Consiglio ha chiarito che nessuna norma autorizza a ritenere che l’adempimento dell’obbligo scolastico possa essere rimesso all’autonomia privata familiare.

L’interesse pubblico prevale: la sentenza sottolinea come l’esigenza di garantire l’istruzione scolastica corrisponda ad un preciso interesse pubblico. La tutela di questo interesse è preordinata sia dalla disciplina dell’istruzione in generale, sia da quella dell’istruzione inferiore, di cui all’art. 34 della Costituzione.

Istruzione parentale: non una semplice delega alle famiglie: la scelta di optare per l’istruzione parentale non implica una delega alle famiglie della responsabilità di educare i propri figli. Le famiglie che scelgono questa opzione devono comunque dimostrare di avere la capacità tecnica o economica di fornire un’istruzione equivalente a quella impartita nelle scuole statali.

Controlli e verifiche: le Istituzioni scolastiche non possono disinteressarsi dell’istruzione parentale. Devono infatti effettuare controlli e verifiche periodiche per accertare che l’istruzione impartita a domicilio sia conforme ai requisiti minimi previsti dalla legge.

Un passo avanti per la tutela del diritto all’istruzione: la sentenza del Consiglio di Stato rappresenta un passo avanti importante per la tutela del diritto all’istruzione di tutti i minori. Essa ribadisce che l’istruzione è un diritto fondamentale che non può essere subordinato alle scelte individuali delle famiglie, ma deve essere garantito dallo Stato.

La responsabilità educativa resta comunque in capo alle famiglie: è importante sottolineare che la sentenza non intende sminuire il ruolo fondamentale delle famiglie nell’educazione dei figli. La responsabilità educativa resta comunque in capo alle famiglie, che hanno il diritto di scegliere il percorso formativo più adatto ai propri figli.

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