Istituti tecnici e professionali, Valditara: “Stop a istruzione di serie A e B. Ci sarà un unico sistema differenziato ma integrato e integrabile”

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Giuseppe Valditara, il nuovo Ministro dell’Istruzione e del Merito, punta sugli istituti tecnici e professionali. Lo ha ribadito anche nel corso dell’intervista rilasciata ad Italia Oggi.

Quella dei tecnici e professionali è una delle riforme previste dal Pnrr già emanata dal decreto aiuti TER. Il Ministro a tal proposito ha le idee chiare, annunciando di aver “costituito un Gruppo Ristretto di Lavoro composto da esperti per ipotizzare la creazione di una filiera modulare, graduale e continua che veda, come accade in Europa, un unico sistema differenziato, ma integrato e integrabile”.

Un sistema in sequenza – prosegue il Ministro – composto da qualifiche professionali di livello Eqf 3 a 17 anni -durata di tre anni-, diplomi tecnico-professionali di livello Eqf 4 a 18 -quattro anni-, diplomi tecnico-tecnologici di livello Eqf 5 tra i 19 e i 21 -da 5 a 7 anni- e diplomi tecnologici superiori di livello Eqf 6, come le lauree universitarie, a 22 e dunque otto anni, grazie alla recente legge n. 99/2022 sugli Its Academy che li prevede esplicitamente”.

Sul ruolo che le imprese avranno nell’istruzione tecnica e professionale, Valditara immagina “una filiera professionale connessa col tessuto produttivo dei territori e con le esigenze delle imprese: l’istruzione è anche presidio e moltiplicatore di sviluppo“.

Il capo di Viale Trastevere insiste su quanto già riferito, ovvero sulla stessa dignità fra i licei e gli istituti tecnici e professionali: “Non devono più esistere un’istruzione di serie A e una di serie B, ma un unico sistema dell’istruzione focalizzato sulla valorizzazione dei molteplici e differenti talenti, in grado di garantire, oltre a solide competenze di base, anche quelle competenze pratiche capaci di assicurare occupabilità e competitività per il nostro sistema industriale“.

La riforma degli istituti tecnici e professionali

Innovazione, rete con i territori, potenziamento dell’attività laboratoriale. Queste le principali caratteristiche della riforma approvata lo scorso settembre dal governo Draghi legata al Pnrr.

Nello specifico, il testo prevede, per gli Istituti tecnici:

  1. la ridefinizione e l’aggiornamento degli indirizzi per rafforzare le competenze linguistiche e STEM e orientare alle discipline inerenti “Industria 4.0”, connettersi maggiormente al tessuto socioeconomico di riferimento, valorizzare la metodologia didattica per competenze;
  2. la previsione di meccanismi per dare continuità tra l’istruzione tecnica e quella terziaria (ITS Academy, per esempio), riconoscendo crediti formativi universitari ai tirocini svolti dagli studenti durante il quinto anno di studi;
  3. la realizzazione di “Patti educativi 4.0”, per far sì che istituti tecnici e professionali, imprese, enti di formazione accreditati dalle Regioni, ITS Academy, università e centri di ricerca possano condividere risorse professionali, logistiche e strumentali; 
  4. la strutturazione di un piano formativo mirato per i docenti degli istituti tecnici, coerentemente con le specificità dei contesti territoriali;
  5. l’erogazione diretta da parte dei Centri provinciali di istruzione per gli adulti (CPIA) di percorsi di istruzione tecnica non in rete con le istituzioni scolastiche di secondo grado o non adeguatamente sufficienti rispetto alle richieste dell’utenza e del territorio;
  6. il riconoscimento di certificazioni che attestino le competenze delle studentesse e degli studenti dopo il primo biennio e dopo il secondo biennio, in corrispondenza con il secondo e il terzo livello del Quadro europeo delle qualifiche.

Come per gli istituti professionali è poi prevista:

  1. la definizione di misure di supporto allo sviluppo di processi di internazionalizzazione degli istituti per realizzare lo spazio europeo dell’istruzione.

La riforma degli Istituti professionali punta a rafforzare il raccordo della scuola con il mondo del lavoro e delle professioni, in coerenza con gli obiettivi di innovazione, sostenibilità ambientale e competitività previsti dal PNRR, anche attraverso l’aggiornamento da parte delle istituzioni scolastiche del Progetto formativo individuale. Il provvedimento prevede che il Ministero dell’Istruzione emani linee guida per semplificare le procedure amministrative per il passaggio dagli istituti professionali agli Iefp (Istruzione e Formazione Professionale).

Viene istituto, infine, presso il Ministero dell’Istruzione l’Osservatorio nazionale per l’istruzione tecnica e professionale. Sarà composto da 15 esperti del segmento formativo, con incarico annuale, che avranno funzioni consultive e di proposta per il miglioramento del settore.

Formazione dei docenti

Il testo prevede la strutturazione di un piano formativo mirato per i docenti degli istituti tecnici, coerentemente con le specificità dei contesti territoriali.

Si tratta di novità sostanziale, che avvicinano gli istituti tecnici alla riforma già avviata negli Istituti Professionali.

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