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Isee 2022 e incidenza del patrimonio mobiliare ed immobiliare, la guida

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Isee

Oltre ai redditi dei componenti del nucleo familiare nell’Isee incide anche la componente patrimoniale, sia dei beni immobili che dei beni mobili. Ma in che proporzione incide questa componente?

Ormai ha assunto la stessa importanza o addirittura maggiore, della dichiarazione dei redditi. Parliamo dell’Isee, acronimo di Indicatore della situazione economica equivalente. SI tratta di uno strumento che i contribuenti ottengono previa richiesta e previa presentazione della DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) all’Inps.

L’Isee altro non è che lo strumento attraverso il quale gli Enti che erogano prestazioni assistenziali, sociali, bonus e benefit vari, valutano la reale situazione economica di una famiglia. Uno strumento più dettagliato di una dichiarazione dei redditi, sia essa il Modello 730 o il Modello Redditi PF.

Il maggior dettaglio riguarda alcune componenti che nelle normali dichiarazioni reddituali non compaiono, e tra queste le componenti patrimoniali. Parliamo oltre che dei beni immobili detenuti dai componenti di un nucleo familiare, quindi case, terreni e fabbricati in genere, anche dei beni mobiliari.

In questo caso si parla di conti correnti, carte di credito, carte di debito, buoni fruttiferi, libretti di risparmio e così via. La domanda che molti si pongono riguarda l’incidenza che la componente patrimoniale ha nel calcolo di un Isee. Ecco che si rende necessario approfondire meglio questo aspetto relativo all’Isee.

Isee, cosa sono l’Isr e l’Isp

A dire il vero molte delle prestazioni assistenziali legate all’Inps prevedono limiti sia per la componente del patrimonio immobiliare che mobiliare. In pratica, per ottenere una determinata prestazione ci sono bandi e misure che prevedono oltre al classico limite Isee, anche un tetto massimo ai soldi messi da parte in banca o alle Poste, o alle case e ai fabbricati detenuti dai membri della famiglia di chi richiede l’Isee stesso.

Oltre alla composizione del nucleo familiare che determina un indicatore Isee differente proprio in base al numero dei componenti la famiglia del richiedente (si utilizzano le cosiddette scale di equivalenza), l’Isee è composto dalla sommatoria di altri due fattori. C’è per esempio l’Irs, ovvero l’indicatore della situazione reddituale. Si tratta dei redditi prodotti da ciascun componente del nucleo familiare nell’anno di riferimento della DSU.

E poi c’èl’Isp, ovvero l’indicatore della situazione patrimoniale, che è l’oggetto di cui parliamo oggi. Per indicatore della situazione patrimoniale si intende la somma di tutte le rendite dei fabbricati e dei terreni intestati al richiedente l’Isee ed ai suoi familiari e di tutte le dotazioni bancarie prima citate.

Patrimonio immobiliare per Isee, di cosa è composto?

Parlando dei beni immobili posseduti da una famiglia, vanno indicati i valori di questi beni come previsto dalla normativa dell’IMU (Imposta Municipale Unica). Nella DSU vanno sempre indicati i valori utili ai fini IMU, anche se si tratta di un immobile esente dall’Imposta Municipale Unica. Dentro questo spaccato dell’Isee anche gli immobili detenuti fuori dal territorio italiano.

Nel caso di immobili su cui grava un mutuo, il valore va indicato al netto del mutuo residuo alla data del 31 dicembre dell’anno di riferimento che in genere è il secondo anno precedente quello in cui si presenta la DSU. La casa gravata da un mutuo non incide sull’Isee se al netto del mutuo residuo tale valore è al di sotto di 52.500 euro per nuclei familiari in sono presenti fino a due figli conviventi, 55.000 euro con  3 figli, 57.500 euro con 4 figli e così via.

Il patrimonio mobiliare invece riguarda la situazione contabile in banca o alle Poste, sempre al 31 dicembre del secondo anno che precede quello in cui si presenta la richiesta dell’Isee. Servono quindi il saldo e la giacenza media di conti correnti, carte di credito e di debito, libretti di risparmio. Anche in questo caso, stessa cosa per i conti esteri. Inoltre vanno indicati i valori nominali di buoni fruttiferi, titoli di risparmio, deposito titoli, obbligazioni, partecipazioni societarie, sempre al 31 dicembre del secondo anno precedente.

Vanno indicate anche le polizze vita o le polizze a capitalizzazione, ma solo per quanto riguarda i premi versati al 31 dicembre del secondo anno precedente e solo per la parte dei premi che risultano già riscattabili. Per i lavoratori autonomi (quindi anche per i componenti la famiglia che lavorano in proprio), vanno indicati i valori del patrimonio netto sempre alla solita data. Nel patrimonio netto anche la sommatoria delle rimanenze di magazzino e dei beni aziendali al netto degli ammortamenti.

Come incide il patrimonio immobiliare e mobiliare sull’Isee

La somma di tutte le voci che compongono il patrimonio mobiliare viene preso in considerazione nel calcolo dell’Isee utilizzando la maggiore cifra tra il saldo al 31 dicembre del secondo anno precedente e la giacenza media dello stesso anno. Per gli immobili invece, le rendite vanno rivalutate del 5%, sia se la rendita è quella catastale per una casa o che sia il reddito dominicale per i terreni.

La somma di tutte le componenti immobiliari e mobiliari vanno aggiunte all’Isr, ovvero alla componente reddituale del nucleo familiare. Così esce fuori l’Ise, cioè l’indicatore della situazione economica di una famiglia. Questo valore va diviso per la relativa scala di equivalenza basata come detto in precedenza, sul numero dei componenti il nucleo familiare. E quello che esce è l’Isee della famiglia, che poi né il valore che serve nella stragrande maggioranza delle prestazioni che si vanno a richiedere.

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