Io, insegnante, non vedo l’ora di tornare in classe. Lettera

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Rientro in classe il 7 gennaio. Diamo spazio anche alla voce di chi vede nel ritorno in presenza a gennaio anche degli studenti della scuola secondaria di II grado un importante segno di ripresa e ricostruzione.

“Io, insegnante, non vedo l’ora di tornare in classe. Non ce la faccio più a gestire questo teatrino della dad dalla scrivania di casa, voglio recuperare la piena comunicazione con le classi. Voglio poter fare verifiche attendibili (matematica e fisica allo scientifico a distanza non sono molto testabili), voglio poter parlare davvero con gli alunni, e aiutare soprattutto quelli delle prime classi, che in questi periodi di dad si sono veramente persi. Farò le mie ore di lezione con la mascherina ffp2 fino a che non sarò vaccinata ma restituitemi il mio lavoro.
Un conto sono le materie umanistiche, ci si siede in poltrona col computer davanti e si fa conversazione; matematica e fisica sono un’altra cosa, e anche se uso la lavagna elettronica condivisa, anche se dialogo, interagisco, faccio verifiche sugli appositi siti, correggo le foto, le archivio corrette in pdf, anche se so fare tutto NON NE POSSO PIU’ di questa pratica farlocca e triste. A furia di contenuti minimi stiamo sabotando il futuro dei nostri figli.”

“Gentile redazione, vorrei esprimere un mio pensiero a proposito della riapertura delle scuole.
Sono una docente di secondaria superiore.
Nello spirito di “Non condivido la tua opinione, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto ad esprimerla”, nei confronti dei pareri di coloro che non condividono la riapertura delle scuole, io scrivo che invece sono felicissima che le scuole superiori vengano riaperte, e non solo; a mio parere, le superiori non avrebbero mai dovuto essere chiuse.
Semmai, forse, si sarebbe dovuto agire prima sulle criticità legate ai trasporti.
Lo dice anche l’Europa: le scuole sono sicure.
Infatti esse seguono protocolli, rigidissimi, di sicurezza; non provocano focolai; o, almeno, questa è l’esperienza che vivo nella mia scuola.
Inoltre: tantissimi lavoratori hanno speso energia e professionalità per tenere la scuola aperta in sicurezza., hanno il diritto di vedere valere il loro lavoro.
Un esempio: quest’estate ci sono stati colleghi che non hanno fatto ferie per lavorare indefessamente per la riapertura in sicurezza della scuola.
In generale, ho visto, da parte di colleghi, dirigenti, personale tutto, lavoro indefesso.
In Dad i docenti han fatto tutto quello che han potuto, ma a mio parere i ragazzi, adesso, non ne possono più. In particolare, i più fragili sono stati provati al massimo, rischiamo di perderli.
L’isolamento sociale è arrivato, oramai, al limite; bisogna intervenire per evitare danni irreparabili, come da tempo denunciano psicologi, pedagogisti e come da tempo dice la stessa Ministra.
Anche tra i docenti, io non sono l’unica a ritenere questo, anzi.
Ma questo pensiero trova poco spazio su social e riviste online, ossia, chi pensa questo, evidentemente non lo scrive, dato che so per conoscenza diretta che tanti condividono ciò che penso io.
Trovavo quindi giusto fare sentire anche questa voce, nel rispetto, ovviamente, delle legittime opinioni di tutti.
Auguri a tutti, grazie mille”

Per esprimere la vostra opinione potete scrivere a [email protected] (specificando se autorizzate o meno l’eventuale pubblicazione con nome e cognome)

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