Intervista al ministro finlandese dell’educazione e della cultura sui perchè di una scuola ai vertici mondiali
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Giulia Boffa – "Il Fatto Quotidiano" ha pubblicato un intervista con il ministro per l’educazione e la cultura finlandese,Jukka Gustafsson, sulla scuola finlandese, prima in tutte le classifiche mondiali insieme a Singapore e Cina, per qualità, offerta e risultati.
Giulia Boffa – "Il Fatto Quotidiano" ha pubblicato un intervista con il ministro per l’educazione e la cultura finlandese,Jukka Gustafsson, sulla scuola finlandese, prima in tutte le classifiche mondiali insieme a Singapore e Cina, per qualità, offerta e risultati.
Il ministro comincia col dare qualche cenno storico sull’idea che dell’istruzione si sono fatti i suoi connazionali negli anni, soprattutto negli anni ’70, quando è stato evidente a tutti che una migliore istruzione porta a migliorare il proprio stato sociale; da quel momento è stata considerata un valore.
Pertanto scopo dei governi è stato quello di portare l’istruzione in tutti i ceti sociali, senza differenze tra genere, provenienza, situazione economica, classe, linguaggio, etnia e background culturale.
Il tutto alla modica cifra di zero euro per i cittadini, in quanto il materiale scolastico, i pasti, la salute, l’assistenza di psicologi e operatori, i trasporti per andare a scuola sono assolutamente gratuiti.
Non esiste la scuola privata, nessuna intenzione di istituirla, e un’ottima preparazione dei docenti, per i quali lo Stato cura la formazione in entrata: i docenti godono di grande valore e stima all’interno della società.
Lo Stato divide i costi dell’istruzione con gli education providers: 42% è a carico statale, il resto è a carico dei providers. Il costo complessivo dell’educazione primaria è di poco più di 21 miliardi di euro l’anno.
Essendo un lavoro molto considerato, sono molti i giovani che aspirano a diventare docenti: le università hanno il compito di scegliere i migliori e i più adatti, di formarli e di proseguire con la formazione con corsi di aggiornamento continuo; un lavoro costante per mantenere alta la formazione.
Anche le scuole sono monitorate e valutate, non per renderle competitive su un mercato che non esiste, ma per intervenire per migliorare.
Nonostante la crisi, la Filandia non le permette di intaccare la qualità dell’insegnamento e di concentrare le risprse lì dove occorrono, nei contesti sociali più difficili, dove è più alto il tasso di disoccupazione, analfabetismo e presenza di minoranze linguistiche.
Il principio di uguaglianza, che è alla base della democrazia del Paese, secondo il ministro finlandese, non può essere sacrificato neanche alla crisi economica.
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