Internet è la scuola, grandi potenzialità ma attenti ai rischi della rete

Uil Scuola Marche – Notizie tempestive, precise, apertura ai social ma attenzione alle insidie di internet.
Circa 150 tra dirigenti scolastici, docenti, personale amministrativo e tecnico della scuola da tutta la regione hanno partecipato al corso organizzato da Irase Ancona e Uil Scuola Marche dedicato ai siti web delle istituzioni scolastiche.
All’aula magna dell’IIS Galilei di Ancona, due esperte del settore come Patrizia Galeazzo (dirigente della fondazione Universitaria della Scuola di comunicazione IULM di Milano) e Francesca Ricci (giornalista, responsabile della comunicazione della Uil Scuola). Dal web, tanti obblighi di legge ma anche tante possibilità. Come ad esempio nuove forme di finanziamento degli istituti con la possibilità di sponsorizzare il sito (a patto che lo sponsor sia in linea con l’offerta culturale e controllando bene il messaggio pubblicitario) e di inserire i curricula degli studenti per avvicinare la scuola al mondo del lavoro. Ci sono però anche tanti rischi per i quali c’è bisogno di personale preparato e affidabile.
Stop all’improvvisazione. “Il sito istituzionale è la carta d’identità della scuola ed è bene non affidarsi a quanti, magari volenterosi e a costo zero, poi però non hanno la costanza e quella preparazione per ovviare a situazioni potenzialmente incresciose – ha spiegato la Ricci – La comunicazione deve essere credibile, coerente e concreta. Informazioni di qualità, complete e tempestive”. Una scuola che può e deve aprirsi anche ai social network ma, ha ammonito la Galeazzo, “chi ha il potere di gestione deve essere in grado anche di togliere contenuti lesivi”. E nella settimana della Giornata internazionale della sicurezza sul web non poteva mancare un riferimento agli studenti e al loro utilizzo dei social. “I ragazzi navigano per trovare informazioni in rete, per svago, per comunicare. È il loro mondo, noi siamo indietro e dobbiamo metterci al passo – ha concluso la Ricci – Attenzione quindi all’utilizzo di fotografie degli studenti, soprattutto se da soli. È capitato che le immagini delle ragazze venissero condivise per diventare oggetto di violenze virtuali, commenti che pur restando nell’ambito delle parole aprono a situazioni poco piacevoli”.