Intelligenza Artificiale: solo l’11% dei docenti ne ha conoscenza approfondita, ma il 54% lo usa a scopi didattici. Tra gli studenti, il 60% lo usa per lo studio. I dati

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Pubblicati i risultati del sondaggio preliminare che ha coinvolto 50 scuole in tutta Italia che hanno preso parte al progetto nato per creare una maggiore consapevolezza sull’intelligenza artificiale nei contesti educativi e stimolare un suo corretto utilizzo.

Nel mondo scolastico italiano c’è ancora una conoscenza superficiale dell’intelligenza artificiale, più teorica che pratica, se non lacunosa, dove emerge un divario fra percezione e uso effettivo: è quanto emerge da un sondaggio somministrato a 1.175 studenti e studentesse e a 136 docenti delle 50 scuole in tutta Italia che hanno preso parte al progetto di ricerca “ImparIAmo a scuola con l’Intelligenza Artificiale”, promosso e coordinato dal Centro Studi Impara Digitale con la partnership tecnica di Edulia Treccani Scuola e ScuolaZoo.

L’obiettivo del sondaggio, realizzato prima della partenza del progetto di ricerca, tenutosi tra gennaio e aprile, era raccogliere informazioni utili a capire il livello di conoscenza, l’atteggiamento e l’uso pratico dell’IA rispettivamente tra i docenti e gli studenti, al fine di indagare e identificare opportunità e sfide nell’integrazione dell’IA nella didattica. Il campione ha coinvolto soprattutto le Scuole Secondarie di II grado (specialmente Licei – 46% di studenti e 42% di docenti – e Istituti Tecnici – 39% di docenti e 40% di docenti, in parte Istituti Professionali – 10% docenti e 6% studenti), oltre a una piccola parte di Scuole Secondarie di I grado (7% di studenti e 8% di docenti).

Sebbene una grande maggioranza conosca la definizione di intelligenza artificiale (76% docenti, 61% studenti), solo il 6% degli studenti ha dichiarato di conoscere a fondo l’IA, il 45% di averne solo una conoscenza base e il 47% di essere moderatamente informato, mentre il 2% ha non ne ha mai sentito parlare. Inoltre, oltre la metà (54%) dice di non averne mai approfondito rischi e pericoli, mentre per la stragrande maggioranza degli studenti (74%) l’IA offre una concreta possibilità di arricchimento, ma quasi uno su 3 (32%) crede che li renderà più pigri e ignoranti.

Anche i docenti dimostrano lacune sul fronte IA: solo l’11% di loro ha dichiarato di avere una conoscenza approfondita dell’intelligenza artificiale, mentre quasi la metà (48%) ritiene di averne solo una conoscenza base, il restante 41% invece una conoscenza moderata.

Lacune che si amplificano se si entra ancora più nello specifico del tema e che dimostra in generale una falsa percezione di consapevolezza: il 14% dei docenti e il 45% degli studenti dichiarano di non aver mai sentito parlare di intelligenza artificiale generativa, mentre ne hanno solo una conoscenza base rispettivamente il 47% e il 36%; quasi un terzo dei docenti (32%) non ha mai sentito parlare di “large language model” (LLM), dato che arriva all’82% fra gli studenti; il machine learning è ignorato dal 15% dei docenti e dal 59% degli studenti, mentre ne hanno solo un’infarinatura di base il 55% degli insegnanti e il 28% degli allievi.

Il 69% dei docenti dichiara di utilizzare l’IA per scopi personali, di cui il 54% a scopo didattico; nello specifico il 93% la impiega per assistenti virtuali e chatbot, il 38% per la creazione di immagini, il 26% per elaborazioni audio e video.

Più alto il numero di studenti che utilizzano l’IA, l’87%, di cui il 73% a scopo personale, soprattutto per cercare informazioni, elaborare testi, creare immagini, presentazioni, video/musica, il 60% per uso personale e scopo didattico e solo il 26% per uso didattico in accordo con i docenti.

L’utilizzo di app di IA a scopo scolastico è stato proposto dagli insegnanti soprattutto per cercare informazioni (77%), elaborare testi (50%), creare presentazioni (31%), immagini (28%), video o musica (18%), interviste a personaggi immaginari, storici o famosi (14%). Quasi speculari le risposte degli studenti: cercare informazioni (87%), elaborare testi (66%), creare immagini (46%), presentazioni (45%), video o musica (34%), interviste a personaggi immaginari, storici o famosi (12%). Il 51% degli studenti che la utilizza per uso didattico con gli insegnanti sostiene di usarla come aiuto per i compiti, anche se poco frequentemente (57%) o quasi mai (29%).

Secondo i docenti, l’IA potrebbe essere usata al meglio nelle scuole per fornire esperienze di apprendimento su misura per le diverse esigenze e capacità degli studenti (74%) o per assistere gli insegnanti nella personalizzazione dei processi di apprendimento degli studenti (69%); più distaccate le opzioni di utilizzo come materia disciplinare per insegnare a sfruttare consapevolmente le nuove tecnologie (41%), per assistere gli insegnanti negli adempimenti burocratici (37%), per sviluppare tutor virtuali che offrano assistenza personalizzata agli studenti (32%), per sviluppare analisi predittive in grado di identificare potenziali problematiche di apprendimento (25%), per la valutazione e il monitoraggio delle prestazioni degli studenti (24%).

Il progetto didattico ImparIAmo a scuola con l’Intelligenza Artificiale: numeri e risultati

I questionari sono stati somministrati nella fase di avvio del progettodi ricercaImparIAmo a scuola con l’Intelligenza Artificiale”, iniziativa a partecipazione gratuita nata per supportare concretamente le scuole nel processo di trasformazione che porterà a un uso più consapevole dell’Intelligenza Artificiale nei contesti educativi.

In questo progetto, promosso e coordinato dal Centro Studi Impara Digitale con la partnership tecnica di Edulia Treccani Scuola e ScuolaZoo, sono stati coinvolti 192 docenti, oltre 1.800 studenti e 94 consigli di classe di 50 scuole provenienti da 15 Regioni italiane (8 Licei, 20 Istituti tecnici o professionali, 3 Istituti comprensivi, 2 Convitti nazionali e 1 Polo Statale); di queste, 34 hanno portato a termine il progetto (per un totale di 54 consigli di classe). Tra gli strumenti utilizzati nel percorso didattico durato da gennaio ad aprile, webinar introduttivi e di supporto, incontri mensili con formatori, moduli per documentare gli step del progetto, oltre alla possibilità di accedere a materiali e contenuti multimediali sul tema dell’AI in una sezione dedicata sulla piattaforma di didattica digitale integrata di Edulia Treccani Scuola.

Il progetto ha coinvolto diverse discipline, testimonianza di come l’IA riguardi oggi tutti gli ambiti di insegnamento: tra quelle più rappresentate c’è Italiano, che ha interessato 7 progetti, Matematica 5, Storia 6, Inglese 4, Educazione civica e Fisica 3. Rispetto ai bisogni formativi da soddisfare, invece, ben 29 progetti hanno messo l’accento su “Collaborazione e condivisione”, 24 su Competenze digitali, 17 su Senso Critico e Autonomia e 13 sul Problem solving.

Tutti i risultati di questa prima fase di ricerca sono stati presentati a Roma giovedì 9 maggio 2024 nel corso di un evento che si è svolto nella Biblioteca Hub Culturale Moby Dick e a cui hanno preso parte Istituzioni, i partner del progetto e diverse scuole che hanno avuto modo di confrontarsi sull’esperienza.

A supervisionare le attività del progetto, un Comitato Tecnico Scientifico composto da docenti ed esperti di didattica e tecnologia: la Presidente del Centro Studi Impara Digitale Dianora Bardi, la ceo e cofounder di Edulia dal Sapere Treccani Cristina Pozzi, l’Editor in chief di ScuolaZoo Valerio Mammone, Marco Bentivogli (cofounder di BASE ITALIA), Massimo Chiriatti (tecnologo e Chief Technology and Innovation Officer per l’Infrastructure Solutions Group di Lenovo in Italia), Roberto Maragliano (tra i fondatori dell’Università Roma Tre e professore ordinario in pensione), Enrico Panai (esperto di etica dell’intelligenza artificiale e specialista di interazione uomo-informazione), Pier Luigi Pisa (giornalista esperto di nuove tecnologie), Stefano Quintarelli (Informatico, imprenditore seriale ed ex professore di sistemi informativi, servizi di rete e sicurezza), Guido Scorza (Componente del Garante per la protezione dei dati personali), Ezia Palmeri (Dirigente Ufficio VI – Innovazione didattica digitale – DGEFID), i formatori di ImparaDigitale: Elisabetta Buono, Anna Maria Lorusso, Marcella Jacono, Marcello Marini, Mauro Sabella.

Scarica il report

COMMENTO DATI

L’utilizzo didattico dell’intelligenza artificiale – afferma Paola Frassinetti, Sottosegretario Ministero dell’Istruzione e del Merito – è un tema che riguarda in primis gli studenti che devono essere educati a vivere consapevolmente l’uso dell’AI per permettere loro di sfruttarla al meglio e a proprio vantaggio. Ma riguarda anche i docenti, il personale amministrativo, i dirigenti, le famiglie: tutti gli attori del sistema scuola. Uno degli aspetti più importanti è quello della comprensione e della spiegazione di cos’è e come funziona, quali sono le sue potenzialità e, soprattutto, quali sono i limiti, ed evitare di considerarla una scatola nera. E per far questo c’è bisogno di una vera e propria cultura dell’intelligenza artificiale.”

Siamo nella prima fase di analisi dei dati del progetto, – commenta Dianora Bardi, Presidente dell’Associazione Impara Digitale – la nostra attenzione ora si sposterà su come siano state progettate attività in classe con l’AI e come l’uso di questi strumenti abbia impattato (o non impattato) sull’apprendimento degli studenti. Dalla prima restituzione fatta nell’incontro a Roma si è evidenziato un grande entusiasmo da parte di tutte le componenti dei consigli di classe che si sono messe in gioco per affrontare una sfida davvero affascinante, ma anche dei Dirigenti Scolastici presenti alla giornata che stanno affrontando con grande consapevolezza quello che realisticamente sarà un vero cambiamento del modo di apprendere e di insegnare. I prodotti e il resoconto del percorso compiuto per la realizzazione del progetto da parte di ogni singolo docente, diventeranno un archivio credo preziosissimo per individuare linee guida per far diventare AI uno strumento abilitante per il miglioramento delle competenze dei nostri ragazzi”.

I risultati dei questionari confermano la necessità di creare e supportare progetti come ImparIAmo a scuola con l’Intelligenza Artificiale– afferma Cristina Pozzi, ceo e cofounder di Edulia dal Sapere Treccani. “Anche nell’anno scolastico che si sta concludendo, definibile il primo dell’era ‘post-ChatGPT’, si evidenzia la necessità di una maggiore consapevolezza sul tema, non solo per gli studenti e le studentesse ma anche per i docenti, sia sul piano materiale che su quello concettuale, per poter individuare al meglio, anche attraverso l’esperienza, i vantaggi e i rischi di un loro utilizzo in ambito didattico, in quanto possibile risorsa di sostegno e ridefinizione, ma anche di possibile deviazione, dei meccanismi centrali dell’insegnare e dell’apprendere. È una sfida necessaria per la scuola di oggi, che vogliamo contribuire a far vincere proseguendo con questo progetto e nuovi in arrivo”.

La generazione Z – afferma Valerio Mammone, editor in chief di ScuolaZoo – comprende i nati tra il 1995 e il 2010. Questi ragazzi hanno vissuto una rivoluzione tecnologica e sociale senza precedenti, iniziata con la diffusione degli smartphone e dei social media e ora amplificata dall’avvento dell’Intelligenza Artificiale. L’uso inconsapevole di smartphone e social media è stato a lungo sottovalutato e la mancanza di formazione sul loro utilizzo sta ora mostrando i suoi effetti più negativi. Non possiamo permetterci di ripetere lo stesso errore con l’Intelligenza Artificiale, che sta portando una rivoluzione ancora più grande. Proprio per questo siamo felici di aver collaborato a un progetto avveniristico e ambizioso come “ImparIAmo” e di aver fatto sì che la nostra community di studenti potesse conoscerlo e apprezzarlo.”

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