“Con l’IA, le competenze didattiche dei docenti rimangono cruciali, ma la scuola deve insegnare a porre domande, non solo a dare risposte”. INTERVISTA all’esperto Stefano Pasta

Save the Children ha presentato i risultati della prima sperimentazione nazionale del progetto “Connessioni Digitali”, incentrato sull’utilizzo consapevole del digitale nelle scuole secondarie di primo grado.
L’evento ha offerto l’occasione per discutere del ruolo transformative dell’intelligenza artificiale nell’educazione. Stefano Pasta, ricercatore del CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia dell’Università Cattolica di Milano), intervenuto a margine del convegno, ha illustrato a Orizzonte Scuola le potenzialità dell’IA per la didattica.
“L’IA è una competenza cruciale sia per insegnare che per apprendere”, ha affermato Pasta. L’IA può supportare i docenti nella creazione di strumenti per la progettazione delle lezioni e la valutazione, ma al tempo stesso viene utilizzata dagli studenti per apprendere, cambiando radicalmente il modo in cui si costruisce il sapere. Per Pasta, è fondamentale educare gli studenti al pensiero critico, insegnando loro non solo a utilizzare i prodotti dell’IA, ma anche a interrogarli e a produrre contenuti in modo consapevole.
“La scuola deve insegnare a porre domande, non solo a dare risposte”, ha sottolineato il ricercatore. Pasta ha rassicurato sul ruolo centrale degli insegnanti anche nell’era dell’IA: “Le competenze didattiche dei docenti rimangono cruciali”.
Il CREMIT, ha spiegato, sta attualmente studiando le competenze didattiche necessarie per affrontare l’ingresso dell’IA nella vita quotidiana degli studenti. L’obiettivo è fornire ai docenti gli strumenti per integrare l’IA nella pratica didattica in modo efficace e responsabile.