Intelligenza artificiale in classe, in Toscana sono pronti. Una preside: “Aiuto valido per la burocrazia, ho coinvolto gli insegnati per l’organizzazione, per fare le cose guadagnando tempo”
L’intelligenza artificiale fa il suo ingresso nelle aule di cinque scuole toscane: i licei Giovanni da San Giovanni (San Giovanni Valdarno), Piero della Francesca (Arezzo), Galilei e Meucci (Firenze) e Pertini (Lucca).
Come segnala l’edizione di Firenze del Corriere della Sera, gli istituti, già noti per la loro vocazione all’innovazione tecnologica, partecipano a un progetto pilota del Ministero dell’Istruzione e del Merito per sperimentare l’uso dell’IA nella didattica.
Sei classi, due delle quali presso l’Istituto Pertini, utilizzeranno Gemini for teenagers, la versione di Google di Chat-Gpt pensata per gli adolescenti. Per valutare l’efficacia del progetto, i risultati ottenuti da queste classi verranno confrontati con quelli di altre sei classi di controllo che seguono la didattica tradizionale. La sperimentazione, della durata di due anni, si concentra sulla personalizzazione dell’apprendimento.
“Gli studenti avranno a disposizione un assistente virtuale individuale, una sorta di tutor“, spiega Luciano Tagliaferri, dirigente del liceo Piero della Francesca di Arezzo, l’unico in Toscana dotato di un’aula Google. “L’assistente potrà verificare i compiti, fornire indicazioni per le correzioni e supportare gli studenti, in particolare quelli con difficoltà”. Il liceo aretino ha già utilizzato l’IA in passato, ma per attività diverse, come la composizione musicale e lo studio della matematica.
Alessandro Giorni, preside del Galilei di Firenze, accoglie l’iniziativa con un atteggiamento positivo ma critico: “Siamo una scuola di impatto umanistico e abbiamo qualche dubbio sull’IA, ma crediamo che l’unico modo per valutarne l’efficacia didattica sia sperimentarla. Sarà un’esperienza formativa per tutti, per superare i pregiudizi”.
Anche Lucia Bacci, dirigente del liceo Giovanni da San Giovanni, vede nell’IA “un’opportunità straordinaria per la didattica, se usata correttamente”. Il suo istituto ha già esperienza con realtà aumentata, virtuale e neuroscienze.
Al Pertini di Lucca, parte delle Avanguardie Educative di Indire, l’IA è stata già testata lo scorso anno. “L’importante è usarla per argomenti che si conoscono, in modo da poter valutare criticamente le risposte”, sottolinea la preside Daniela Venturi. “Spirito critico e capacità di porre le domande sono fondamentali”.
Maria Patrizia Bettini, preside del Meucci di Firenze, ritiene che l’IA possa essere particolarmente utile nel biennio, per la formazione delle basi. “L’IA non fornisce direttamente le risposte, ma guida il processo per arrivarci, offrendo approfondimenti ed esercizi personalizzati”.
Il Ministro Valditara, pur avendo vietato l’uso dei cellulari a scuola anche per scopi didattici, difende la sperimentazione sull’IA. “Il cellulare crea dipendenza e distrazione, mentre gli assistenti virtuali su PC e tablet facilitano l’apprendimento e aiutano i docenti a personalizzare la didattica”, spiega. Se i risultati saranno positivi, il progetto verrà esteso ad altre scuole. Tuttavia, Valditara precisa che “l’intelligenza artificiale non può sostituire l’insegnante né marginalizzarne il ruolo”.
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