Intelligenza artificiale, in arrivo in Italia proposta di legge per regolamentarla. Ascani: “IA non deve far paura, ma l’uomo sia al centro dello sviluppo”

L’Intelligenza Artificiale sta diventando sempre più influente, suscitando preoccupazioni tra sviluppatori, scienziati e governi. La complessità di regolamentare questa tecnologia è evidente nell’arena internazionale.
L’Onu, ad esempio, ha istituito un ente per centralizzare le competenze sull’IA e condividerle a livello globale. Parallelamente, il Parlamento europeo ha varato l’AI Act, considerato il più avanzato insieme di normative sull’IA.
In questo contesto, il G7 ha adottato un Codice di Condotta internazionale sull’IA, su base volontaria, mentre gli Stati Uniti hanno stretto la regolamentazione su questo settore. L’Italia, in previsione della sua presidenza del G7 nel 2024, ha partecipato attivamente all’AI Safety summit nel Regno Unito, discutendo i rischi connessi all’IA.
In Italia, una proposta di legge innovativa sull’IA è in fase di elaborazione. La cosiddetta “Legge sulla Trasparenza dei Contenuti Generati da Intelligenza Artificiale” è nata da un’iniziativa della vicepresidente della Camera, Anna Ascani, e mira a introdurre un’etichetta o marchio per identificare i contenuti generati dall’IA.
Il dibattito si concentra sulla corresponsabilità degli utenti e delle piattaforme nel generare contenuti tramite l’IA. Questo tema richiede un equilibrio delicato tra la responsabilità individuale e quella delle aziende, che devono fornire la tecnologia per riconoscere le violazioni.
Monitorare le attività delle innumerevoli startup che utilizzano l’IA per generare contenuti è una sfida notevole. Tuttavia, la vicepresidente Ascani, in un’intervista a Italian Tech, magazine online de La Repubblica, sottolinea l’importanza di un approccio equilibrato e la necessità di sviluppare strumenti tecnologici, come quelli già esistenti che riconoscono i contenuti generati dall’IA.
Ascani sottolinea che, nonostante i rischi, l’IA non dovrebbe essere vista con paura. È essenziale che l’uomo rimanga al centro dello sviluppo dell’IA, con un focus sull’accrescimento del benessere collettivo e sul supporto alle capacità umane. La visione è chiara: l’IA dovrebbe agire come un facilitatore dei rapporti umani, evitando scenari distopici in cui l’uomo viene relegato a ruoli marginali.