Intelligenza artificiale generativa, un italiano su tre dichiara di non conoscere alcun tool: percentuale alta di disconoscenza anche tra gli under 34

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Uno studio di Deloitte, “Trust in the era of Generative AI”, rivela un crescente interesse degli italiani per l’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI), sebbene persistano preoccupazioni legate alla manipolazione dei contenuti e all’uso illecito dei dati personali.

Lo studio evidenzia come la conoscenza della GenAI influenzi positivamente la percezione del suo potenziale: chi ha già utilizzato strumenti di GenAI si dimostra più fiducioso, vedendo in essa un’opportunità di miglioramento per prodotti, servizi e esperienze lavorative, oltre che un impatto positivo sulla società.

Nonostante l’interesse crescente, un italiano su tre dichiara di non conoscere alcun tool di GenAI, un dato che sottolinea un divario generazionale significativo, con una percentuale di disconoscenza drasticamente inferiore tra i giovani sotto i 35 anni. L’indagine rivela inoltre che l’utilizzo della GenAI è prevalentemente personale, con quasi la metà degli utenti che la impiega per scopi non lavorativi.

Lorenzo Cerulli, GenAI Leader di Deloitte Central Mediterranean, sottolinea come la GenAI abbia il potenziale di “trasformare intere aree di business e apportare significativi miglioramenti nella vita dei cittadini”.

La sfida, secondo Cerulli, consiste nel “comprendere e massimizzare il valore di questa tecnologia rivoluzionaria, governandola secondo gli obiettivi da raggiungere e mitigando i rischi”.

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