Intelligenza artificiale a scuola: Maragliano: “L’IA può essere un valido supporto per gli studenti, grazie alla sua pazienza e disponibilità costante”. INTERVISTA

Il pedagogista Roberto Maragliano, intervistato da Orizzonte Scuola, durante gli Stati Generali della Scuola Digitale a Bergamo, invita a considerare l’intelligenza artificiale in ambito scolastico non come una semplice macchina, ma come uno strumento con cui instaurare un dialogo costruttivo.
“L’adozione dell’IA”, spiega Maragliano, “non deve essere un’operazione tecnica, ma umana, simile al rapporto che un insegnante instaura con un libro di testo”. Come il docente sceglie un libro di testo che parli anche il suo linguaggio, così dovrebbe approcciarsi all’IA, instaurando una relazione di fiducia. Per Maragliano, è fondamentale “mettersi in gioco” e interagire con l’IA, chiedendole ad esempio un giudizio sulla propria scrittura per comprenderne le potenzialità e i limiti.
Un rapporto di fiducia con l’IA
“Bisogna acquisire confidenza con lo strumento“, continua Maragliano, “non crederci ciecamente, ma aver fiducia che possa essere d’aiuto“. L’esperienza personale dell’insegnante può poi essere trasferita in classe, incoraggiando gli studenti a stabilire un rapporto di dialogo con l’IA. L’obiettivo non è usarla come una semplice enciclopedia per ottenere risposte automatiche, ma come un “repertorio aperto” in continua evoluzione con cui interagire. “L’IA può essere un valido supporto per gli studenti”, sottolinea il pedagogista, “aiutandoli a superare le difficoltà e a migliorare le proprie competenze, grazie alla sua pazienza e disponibilità costante”.
Didattica reticolare e fiducia nell’esperienza scolastica
Maragliano propone una didattica reticolare, in cui ogni studente interagisce individualmente con l’IA, ma all’interno di un’esperienza di gruppo che coinvolge anche l’insegnante. L’approccio, secondo il pedagogista, può ridare fiducia all’esperienza scolastica, consentendo agli studenti di mettere in gioco il proprio sapere e le proprie convinzioni, pur consapevoli dei limiti dello strumento. “L’IA è piena di errori, ma proprio per questo”, conclude Maragliano, “possiamo instaurare un dialogo costruttivo, sfruttando le sue potenzialità e imparando a gestirne i limiti”.