Integrazione scolastica: l’Italia non passa l’esame per lo studio Ocse

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Un recente studio dell’Ocse segnala che tra il 2003 e il 2012 si è ampliato il divario delle competenze di matematica tra studenti immigrati e coetanei.

Un recente studio dell’Ocse segnala che tra il 2003 e il 2012 si è ampliato il divario delle competenze di matematica tra studenti immigrati e coetanei.

L’Italia, quindi, non passa l’esame per quel che riguarda l’integrazione scolastica di alunni immigrati o figli di immigrati.

Nel 2012 la differenza tra ragazzi immigrati e coetanei  nelle competenze matematiche che risultavano dai test era di 48 punti di svantaggio contro i 26 punti del 2003. L’Italia quindi aumenta lo svantaggio di 22 punti.

Mentre la media Ocse si è fissata a 37 punti di svantaggio in Italia la media è aumentata in un peggioramento che non è riscontrabile in nessuno dei maggiori Paesi industrializzati, che in molti casi sono riusciti a ridurre il divario, come ad esempio la Slovacchia che segna un -70 di tutto rispetto, o la Germania con -27.




In Italia, c’è da tenere conto, che la situazione è complicata anche dall’incremento molto forte di studenti immigrati di prima generazione che può, forse, fornire qualche attenuante.

Anche se c’è questa attenuante l’Italia dovrebbe dare una priorità assoluta a iniziative urgenti nel cantiere scolastico per analizzare le criticità nell’ambito delle inclusioni. Il nostro Paese, è risaputo, non ha un sistema preparato ad accogliere grossi flussi di migranti e negli ultimi anni c’è stato, invece, un afflusso molto forte di migranti con competenze linguistiche diverse concentrato in alcune zone del Paese.

Gli insegnanti italiani sono  preparati alla realtà che questo ha provocato e gestire la situazione provocata dall’immigrazione sembra essere al di sopra delle esperienze specifiche dei docenti. La questione immigrazione, quindi, provoca un doppio svantaggio poiché non c’è solo la difficoltà economica delle famiglia ma anche una carenza nella conoscenza della lingua e del sistema educativo del nostro Paese.

Ma perché, allora, Paesi come Canada, Nuova Zelanda e Irlanda immigrati e non hanno le stesse competenze in matematica e in Paesi come Australia e Ungheria, addirittura le competenze degli immigrati sono superiori a quelle dei non immigrati? Paesi come Canada e Australia, c’è da tenere conto, hanno politiche molto restrittive sull’immigrazione permettendo l’entrata nel paese tramite una selezione c he in Italia non è possibile introdurre.

Quello che si dovrebbe attuare in Italia è, invece, una preparazione al personale docente per gestire in modo migliore l’integrazione degli immigrati tramite programmi che devono essere portati avanti nel tempo, dalle scuole elementari a quelle secondarie, seguendo l’esempio della Germania che ha fornito supporto personalizzato agli studenti e sostegno alle scuole.

C’è da considerare, inoltre, che la mancata integrazione degli studenti immigrati ha delle forti ricadute anche sui coetanei non immigrati. 

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