Insulti razzisti agli alunni di una classe a Palermo, la preside: “Campanello d’allarme, oggi ci si sente autorizzati a dire certe cose, non ci si vergogna più”

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Alcuni bambini di quinta elementare di un istituto comprensivo di Palermo sarebbero stati vittima di insulti razzisti durante una raccolta fondi. La classe, composta da alunni italiani, molti dei quali figli di immigrati ghanesi e mauriziani, si stava esibendo davanti a una libreria del centro quando alcuni passanti avrebbero rivolto loro frasi razziste, lasciando i piccoli profondamente turbati.

Una bambina, in lacrime, avrebbe chiesto alle insegnanti il motivo di quegli insulti. Un passante avrebbe addirittura segnalato alla libreria il presunto rischio di furto da parte dei bambini.

La preside dell’istituto ha definito l’episodio “un campanello d’allarme pericolosissimo”, sottolineando come in nove anni di dirigenza in una scuola multietnica non avesse mai assistito a nulla di simile. “Oggi ci si sente autorizzati a dire certe cose, non ci si vergogna più”, ha commentato la preside, evidenziando un cambiamento preoccupante nella società. La scuola, che considera la diversità un valore, si è detta scossa dall’accaduto. “La scuola non può essere un’isola protetta”, ha affermato, citando Erri De Luca: “La scuola non aboliva la miseria, però fra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori”.

I bambini e i genitori, scossi dall’episodio, chiederanno spiegazioni alla scuola, che ha in programma di affrontare il tema del razzismo e della diversità. La preside ha concluso esprimendo orgoglio per la classe, definendola “un’eccellenza” con ottimi risultati scolastici.

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