Insulti, botte e danni: a scuola arriva la mediazione. Progetto pilota in 13 scuole
Le “scuole riparative”, istituti educativi che adottano la mediazione come risposta ai conflitti, anziché le tradizionali sanzioni punitive, stanno guadagnando terreno in Italia.
Queste scuole cercano di ricostruire la relazione tra i giovani coinvolti nei conflitti, creando un ambiente sicuro per il dialogo e la comprensione reciproca.
Nella scena educativa italiana, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, ha recentemente visitato tredici di queste scuole innovative a Milano. Questo incontro è avvenuto presso il Teatro Puntozero dell’istituto penale minorile “Cesare Beccaria”, che ha ospitato la presentazione del “Manifesto per le scuole riparative”.
Il manifesto, un documento composto da dieci punti, è il risultato del progetto “Riparare: conflitti e mediazione a scuola”. Promosso dall’Autorità garante in collaborazione con la cooperativa Dike e l’Istituto Don Calabria, il progetto sostiene l’idea di risolvere i conflitti scolastici attraverso la mediazione, coinvolgendo tutti i membri della comunità scolastica.
Carla Garlatti ha enfatizzato l’importanza di promuovere la cultura della mediazione per costruire una società più equa e pacifica. L’Autorità garante ha espresso la speranza che la mediazione scolastica diventi un componente fondamentale dell’istruzione in tutto il paese, sottolineando il suo potenziale come strumento efficace contro il bullismo e il cyberbullismo.
Oltre 150 rappresentanti di scuole riparative di diverse regioni italiane erano presenti all’evento, testimoniando l’ampio raggio d’azione di questa innovativa modalità educativa. Le 13 scuole coinvolte coprono un’ampia gamma geografica, dall’Istituto comprensivo “Pellico” di Arluno (Milano), all’Istituto comprensivo “Alzavole” di Roma, fino alla Scuola ladina di Fassa della Val di Fassa (Trento).
Nel panorama educativo italiano, l’emergere delle scuole riparative segna un passo importante verso una società più comprensiva e cooperativa. Questi istituti sono una testimonianza del potere della mediazione nel risolvere i conflitti e nel promuovere la crescita e la responsabilità degli individui.
Le 13 scuole riparative
Le “scuole riparative”: Istituto comprensivo “Pellico” di Arluno (Milano), Istituto comprensivo “Alzavole” di Roma, Istituto comprensivo “Torre” di Pordenone, Istituto comprensivo “Marino Santa Rosa” di Napoli, Istituto comprensivo “Albenga” di Albenga (Savona), Istituto comprensivo “Giovanni Giannone” di Pulsano (Taranto), Istituto comprensivo “Salvatore Farina” di Sassari, Istituto comprensivo “De Amicis – Bagaldi – San Lorenzo” di Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria), Istituto comprensivo “Federico II di Svevia” di Lagopesole Avigliano (Potenza), Liceo artistico “Passoni” di Torino, Istituto professionale provinciale alberghiero “Cesare Ritz” di Merano (Bolzano), Istituto comprensivo “Catullo” di Verona e Scuola ladina di Fassa della Val di Fassa (Trento).