Insufficienze perdonate, Pacifico (Anief): “I genitori non prendono in considerazione i docenti. Occorre riportare l’autorevolezza”. INTERVISTA

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Una ricerca condotta da Skuola.net ha evidenziato come i genitori siano tendenzialmente predisposti a “perdonare” i propri figli se ricevono un voto basso a scuola. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, si è persa la “considerazione verso gli insegnanti”.

Circa 1 studente su 3 riceve una punizione per insufficienze a scuola. È una questione di fiducia?

Negli ultimi anni c’è stata un’inversione del patto educativo. Fino a 20 anni fa, quando un alunno prendeva un voto basso, c’era massima attenzione da parte dei genitori. Oggi, purtroppo, sembrerebbe esserci un pregiudizio nei confronti del personale che cerca di migliorare gli apprendimenti degli studenti.
La scuola resta comunque una delle istituzioni su cui ripongono più fiducia gli italiani.
Il dato evidenziato da Skuola.net ci porta a un grande imbarazzo: non si riesce a lavorare in sinergia con i genitori. Quando un insegnante dà un voto sotto la sufficienza, si presume lo faccia nel rispetto delle valutazioni oggettive che ha fatto durante l’anno e che abbia la solidarietà dei genitori. In passato bastava la parola di un insegnante a richiamare l’attenzione dei genitori. Ora sembra che la parola dell’insegnante non venga presa in debita considerazione almeno da due famiglie su tre.

È venuto meno il rispetto verso i docenti?

Siamo in una società sempre più globale. Questo non significa che il ruolo degli insegnanti debba essere sottovalutato, anzi, deve essere più valorizzato.
Oggi si vive tutto sui social. Valditara ha deciso di vietare l’uso dei cellulari in classe per utilizzi diversi da quelli della didattica. Questo è un segnale. Il telefonino può minare la crescita dei nostri alunni.

Bisogna certamente ricominciare a valorizzare il lavoro del docente. Penso alla loro considerazione pubblica, allo stipendio che è il più basso della Pubblica amministrazione, nonostante un insegnante debba pagare 3000 euro per fare il corso, dopo di che deve fare cinque concorsi. Così la credibilità scende.
Occorre riconoscere il lavoro dell’insegnante e poi ripristinare un patto educativo che si è perso in una società complessa. Prima i punti di riferimento erano la casa e la scuola, oggi sono la casa, la scuola e i social.

Tante aggressioni nei confronti dei docenti da parte dei genitori, come si spiega?

C’è un rapporto di sfiducia tra famiglie e chi interpreta, per nome dello Stato, l’educazione dei propri figli. Per questo è fondamentale mettere in campo degli strumenti che possano valorizzare il lavoro dell’insegnante. I continui attacchi verso i docenti anche dall’opinione pubblica non aiutano. Si mina l’autorevolezza degli insegnanti.

Cosa ne pensa del ritorno dei giudizi sintetici alla scuola primaria?

Sono tentativi da parte dello Stato di far capire che la scuola ha un valore e un’autorevolezza. Quello che conta è la sostanza. Che sia un giudizio sintetico o analitico non cambia. Bisogna semmai far capire al bambino fin da piccolo l’importanza dell’apprendimento e della crescita con l’insegnante.

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