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Insegniamo ai nostri studenti ad autovalutare il comportamento: scarica un esempio di scheda di auto-riflessione

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Abbiamo, più volte, affrontato il tema relativo alle crisi o delle crisi comportamentali. Ci soffermiamo, stravolta, sul principio dell’auto-riflessione. Con tutta la classe e con i ragazzi che manifestano crisi comportamentali è bene effettuare, infatti, percorsi di auto-osservazione e di osservazione reciproca sui comportamenti o sulle condizioni che possono dare origine ad una crisi comportamentale.

L’età, la capacità e il contesto nei percorsi di auto-osservazione e di osservazione reciproca

Il lavoro sui percorsi di auto-osservazione e di osservazione reciproca è da effettuare avendo attenzione a correlarlo a:

  • età
  • capacità
  • contesto.

Come affrontare la questione oltre il “piano di prevenzione e di gestione delle crisi comportamentali a scuola”

Le scuole e i sistemi scolastici in tutto il mondo, ormai da decenni, si interrogano alcuni senza risposte esaustive) su come affrontare la questione relativa alla gestione delle crisi comportamentali a scuola. Alcuni di questi Paesi hanno pensato, a buona ragione, di legiferare in tal senso e hanno previsto, nel quadro dei piani di prevenzione e di gestione delle situazioni di crisi, di rendere obbligatorio il cosiddetto “Piano di prevenzione e di gestione delle crisi generate da comportamenti degli alunni”. I comportamenti più svariati e taluni più imprevedibili. Comportamenti che vanno dai suicidi alle irrefrenabili esplosioni di violenza, che pongono concretamente molti problemi per assicurare la sicurezza all’interno della scuola e un clima dispeso delle relazioni tra i vari attori dell’istituzione scolastica.

Costituire task force interne

Alcuni Paesi, proprio in relazione a una specifica normativa, si è resa obbligatoria, per le scuole, la formazione gruppi di docenti (ma non solo di questi, anche ausiliari, collaboratori, operatori sociali e sanitari, operatori igienico personali) per costituire una specifica task force interna, con l’obiettivo di affrontare le crisi comportamentali quando esse si manifestano, supportando, in tale maniera, gli altri docenti nell’identificazione delle azioni da attuare.

L’Italia e la stesura di un Piano di Prevenzione e di Gestione delle Crisi Comportamentali

In Italia, Paese nel quale, in maniera assolutamente assurda, si sta registrando un aumento esponenziale di queste situazioni, la stesura di un “Piano di Prevenzione e di Gestione delle Crisi Comportamentali“ a scuola non è ancora stata presa in considerazione nel quadro della normativa specifica. Ciononostante, i problemi ci sono, e – come sottolinea l’Ufficio Scolastico dell’Emilia-Romagna, nella nota prot. 12563 del5 luglio 2017 II edizione rivista e integrata, dalle scuole giungono agli Uffici sempre più richieste di aiuto e di supporto.  Per questo già nel marzo 2015 l’Ufficio Scolastico dell’Emilia-Romagna ha dedicato al problema un seminario di tre giornate, i cui materiali sono consultabili al link diretto

I due distinti percorsi di formazione dell’USR Emilia-Romagna

In esito a questo seminario, sono stati avviati due distinti percorsi di formazione, uno sul modello di intervento per la gestione delle crisi comportamentali denominato Team Teach e uno sulla gestione delle relazioni e per la prevenzione, basato sul Judo tradizionale. In attuazione del corso Team Teach, si legge nell’allegato (o dispensa) alla nota sopracitata dell’Ufficio Scolastico dell’Emilia-Romagna, le scuole partecipanti sono state invitate a produrre in via sperimentale un Piano per la Prevenzione e la Gestione delle Crisi Comportamentali a scuola.

Comprendere quali condizioni e situazioni determinano con maggiore frequenza la comparsa delle crisi comportamentali

Il lavoro degli operatori della scuola non può e non deve basarsi sulla ricerca delle “cause remote” cliniche, sociali, psicologiche o psichiatriche delle crisi comportamentali, temi di esclusiva competenza dei clinici e/o dei servizi sociali, quanto piuttosto deve avere come fondamentale punto di snodo la comprensione delle condizioni e delle situazioni che determinano con maggiore frequenza la comparsa delle crisi comportamentali, cercando poi di individuare quali modifiche sia possibile apportare e quali percorsi didattici possano risultare di supporto (ad esempio per la consapevolezza dei sentimenti propri ed altri, la gestione della rabbia, dell’aggressività, l’apprendimento di modalità comunicative integrative o alternative alla parola e alla scrittura, ecc.). In secondo luogo, si legge sempre nello stesso allegato, “la scuola è chiamata a gestire la crisi comportamentale quando essa si presenta, in modo competente, consapevole e pianificato, mettendo in sicurezza, per quanto possibile, sia l’alunno problematico, sia gli altri, sia il personale scolastico, impedendo per quanto possibile anche la distruzione di attrezzature e beni scolastici”.

Esempio di scheda di auto-riflessione: alunni di scuola secondaria di II grado

Si fornisce di seguito, un esempio di scheda di auto-riflessione, che si ritiene adatta ad alunni con livello intellettivo nella norma, in età di scuola secondaria di II grado.  La scheda fornita ha valenza esclusivamente come indicazione o suggerimento. Ove le scuole decidessero di utilizzarla, sarebbe bene procedere a risomministrarla almeno due volte nel corso dell’anno scolastico, in modo da consentire l’auto-monitoraggio (e da supportare il lavoro dei docenti).

Scheda di auto-valutazione comportamentale

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