Insegnare il rispetto per le donne a scuola: abbiamo il potere educativo di garantire che i nostri alunni siano parte della soluzione e non il problema
Abbiamo il potere di garantire che i nostri alunni non saranno parte del problema ma della soluzione. Cerchiamo, oggi, di far leva su questo grande privilegio che ci è stato dato dall’essere docenti e, principalmente, di essere insegnanti capaci di leggere questa realtà mutevole e incapace di essere all’altezza delle sfide del terzo millennio.
Come docenti abbiamo la responsabilità e il privilegio di contribuire a costruire civicamente il tipo di uomini che sfidano la misoginia. Non dobbiamo pretendere fiaccamente che siano solo le scuole famiglie ad insegnare loro il rispetto. Dobbiamo guardare i nostri ragazzi negli occhi e vedere in loro i futuri uomini con il potenziale enorme che hanno “in nuce” di proteggere ed elevare le donne. Abbiamo il potere, educativo e formativo, con il contributo rilevante delle famiglie (che vanno coinvolte in questo percorso) di cambiare lo status quo della prossima generazione attraverso il nostro coinvolgimento attivo nell’educazione e nel modellare per i nostri alunni la competenza di rispetto delle donne. Abbiamo il potere di garantire che i nostri alunni non saranno parte del problema, ma saranno, indubbiamente, parte importante (speriamo, determinante) della soluzione. Ecco come insegnare ai nostri alunni a rispettare le donne…
Dare l’esempio
Per insegnare ai nostri alunni il rispetto per le donne, dobbiamo noi avere rispetto per le donne. I bambini piccoli notano le nostre azioni, le nostre parole, i nostri atteggiamenti: imparano da ciò che sperimentano. Se ci sentono umiliare il nostro corpo, criticare i nostri amici, parlare di altre donne per far sentire la nostra voce o ignorare le opinioni degli altri, lo trasmettiamo a loro.
Sfida il loro comportamento: per insegnare dobbiamo mostrare
Copiano ciò che vedono: voglio, da docente, che mi vedano rispettare gli adulti, rispettare le donne e rispettare le loro compagne che sono ragazze, e rispettare le mie colleghe. Dico perché agisco e parlo con rispetto. Dunque, è evidente che non c’è confusione sul fatto che derivi, questo modo di fare e di essere, da una visione del mondo che venera le donne. Per insegnare, dobbiamo mostrare.
Determinare un ambiente sicuro all’interno del quale dare vita e vitalità ai propri sentimenti
C’è una narrazione fornita da alcuni secondo cui i ragazzi devono imparare a essere “macho”. Non dovrebbero piangere quando i loro sentimenti sono feriti. Non dovrebbe essere spaventato. Non dovrebbe essere sensibile. Quando questa narrazione viene imposta a un ragazzo, assimilano che è necessario mascherare la loro ansia e nascondere anche a se stessi) la loro frustrazione con una rabbia e in maniera priva di tutte le emozioni. Come docente che vuole crescere alunni rispettosi, è necessario che crei un ambiente sicuro all’interno del quale, ciascuno di loro, possa, con la libertà individuale del caso, esprimere i propri sentimenti ed essere empatici con le donne che li circondano. L’empatia è la scommessa vincente.
Sfidare gli stereotipi
Molte donne, mamme dei nostri alunni, hanno scelto (non tutte liberamente) di essere solo mogli e madri. Tuttavia, dobbiamo impedire che gli alunni pensino che il ruolo di una donna sia quello di mettere da parte la sua mente, le sue capacità e la sua carriera per il bene dei suoi figli, della famiglia, del “focolare” domestico. È un modo per consegnare una lettura errata del ruolo della donna. Una donna può scegliere se vuole restare a casa o se vuole lavorare. Una donna può scegliere di assumere una donna delle pulizie. Scrive L. Crosby «non esiste una taglia unica per tutte le donne, e sono chiaro con i miei ragazzi che non devono mai pensare che sia compito di una donna cucinare, pulire e cambiare i pannolini. Spesso dico loro: “Non sono la tua cameriera. Non sono il tuo chef” per insegnare loro come prendersi cura di se stessi ripulendo i propri pasticci e preparando il proprio cibo».
Insegnare il rispetto
Quindi tocca a tutti noi insegnare il rispetto, sapendo che, prevalentemente per mano di maschi, molte donne subiscono violenze fisiche e subiscono violenze sessuali; e molti bambini subiscono, ancora, violenze domestiche e familiari.
I cambi di ruolo e il rispetto per le donne
Quindi ecco alcuni possibili cambi di ruolo nell’insegnare meglio ai ragazzi il rispetto per le donne, per le proprie compagne, domani, invece, per le proprie ragazze e le loro compagne di vita:
- Mostra rispetto con l’esempio (il nostro esempio può essere il miglior modello di come trattare gli altri con rispetto)
- Parla gentilmente (dire semplicemente “per favore” e “grazie” può essere un grande rispetto per le persone)
Sii utile (mostra ai bambini come offrire aiuto); - Monitorare i media (ridurre al minimo l’esposizione a giochi e spettacoli che glorificano la violenza o condonano il sesso gratuito);
- Pre-arma contro la pornografia (Fai sapere ai ragazzi che la pornografia esiste, che le persone potrebbero volerla mostrare, che altri potrebbero ritenere che sia spassosa e che insegna cose non buone. Fai loro sapere che possono, se lo ritengono, e dovrebbero, perché sarebbe davvero auspicabile, riferire se qualcuno tenta di mostrare immagini pornografiche. Non è qualcosa che “tutti i ragazzi fanno”);
- Parla dei problemi (quando vedi mancanza di rispetto, è necessario parlane con consapevolezza e cognizione);
- Insegnare l’intimità è di assoluta importanza. Bisogna, altresì, insegnare loro cosa significa essere in un rapporto sano in cui le persone si amano ed esprimono quell’amore in modi sani e funzionali al rapporto stesso);
- Insegnare quanto sia importante il consenso (i nostri ragazzi devono capire che “no” significa “no”);
- Chiama il sessismo (fagli sapere che il sessismo non è bello e non è divertente);
- Alla fine, indipendentemente da tutto ciò che diciamo (e molti amano solamente parlare e crogiolarsi nelle belle parole), è ciò che facciamo che ha il maggiore impatto sul concetto e sulla competenza di “rispetto” che maturano e fanno proprio i nostri ragazzi. Cerchiamo di insegnare loro bene osa, dunque, significa, rispettare.
Alcuni link per la Primaria
In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione n. 54/134 del 17 dicembre 1999, gli alunni delle classi di scuola Primaria e Secondaria di I grado del plesso Vanni Pucci dell’IC “Renato Guttuso” di Carini, diretto dal Dirigente Scolastico prof.ssa Valeria La Paglia, hanno proposto la selezione di alcuni cartoni animati, film e documentari, come di seguito specificato e che suggeriamo per l’utilizzo anche in occasione di ulteriori interventi nell’alveo dell’educazione civica, per esempio:
Classi prime
Siamo tutti uguali nella diversità!
https://www.youtube.com/watch?v=23mZhCJsMPk
Classi seconde
Differenti ma uguali: un cartone animato sulla Parità di Genere
https://www.youtube.com/watch?v=i14ZD1iHaFY
Classi terze
I racconti di Parvana
https://www.raiplay.it/programmi/iraccontidiparvana
Classi quarte
I racconti di Parvana
https://www.raiplay.it/programmi/iraccontidiparvana
Riconoscere la violenza
https://www.youtube.com/watch?v=9bNh9pkYWjg
Evoluzione delle donne nella società
https://www.youtube.com/watch?v=LprMCjoVyEU
Ferma la Violenza! Un cortometraggio sulle discriminazioni di genere
https://www.youtube.com/watch?v=UDXLIJQnme0
Classi quinte e prime della Secondaria di I grado
Il dramma di Sara, vittima di violenza: “Le mazzate passano, la paura ti rimane dentro”
https://www.youtube.com/watch?v=bhxQArHx5z4
I segnali di un abuso emotivo: la violenza psicologica e gli effetti sull’autostima
https://www.youtube.com/watch?v=QTRWgKCYKLU
Evoluzione delle donne nella società
https://www.youtube.com/watch?v=LprMCjoVyEU
Il flash mob contro le violenze sulle donne all’IC “Renato Guttuso” di Carini
Progettualità che hanno coinvolto anche gli altri plessi dell’attivissimo istituto: il plesso centrale, dove è ospitata la scuola Secondaria di I grado, con delle eccezionali iniziative capaci di gridare al mondo “donna vita e libertà”. Un flash mob e un pannello contro le violenze sulle donne che hanno trasformato la scuola nel principale veicolo di “valori positivi” e di “educazione al rispetto” per il territorio e la comunità su cui insiste l’Istituto Comprensivo “Renato Guttuso” di Carini (Pa). Un impegno laboratoriale che ha interessato tutta la comunità scolastica: il plesso Bivio Foresta; il plesso SS113; il plesso di via Nazionale e il plesso Mazzarella.