“Insegnare è un lavoro usurante, sempre”, la sfida di stare in classe secondo Valentina Petri: “Non resti giovane a stare in aula”
Insegnare è come andare in scena ogni giorno davanti al pubblico più esigente: gli studenti. Un pubblico capace di percepire il minimo cambiamento d’umore, l’impercettibile incresparsi di un sopracciglio. Che si tratti di un giovane insegnante alle prime armi o di un veterano con anni di esperienza, la sfida è la stessa: conquistare l’attenzione e il rispetto di una platea che non concede nulla.
Valentina Petri, docente e scrittrice, riflette sulla complessità di questo mestiere, mettendo in discussione l’idea che l’età anagrafica sia l’elemento determinante. “Non è vero che a stare in classe con i giovani resti giovane”, afferma. Insegnare è un lavoro usurante a prescindere dall’età, perché richiede un continuo mettersi in gioco.
La burocrazia, il vero ostacolo all’insegnamento
Petri sposta l’attenzione dal gap generazionale alla burocrazia che affligge la scuola. Procedure, moduli, richieste di progettazione e pianificazione che allontanano gli insegnanti dalla didattica, vero cuore della professione. L’adattamento, secondo Petri, è la chiave per sopravvivere in questo contesto. Che si tratti di padroneggiare le nuove tecnologie o di raccontare con passione ciò che si sa, l’obiettivo è creare una connessione con gli studenti. Un obiettivo che richiede impegno e dedizione, indipendentemente dall’età.
L’età? Un dettaglio irrilevante per gli studenti
Infine, Petri smonta il mito dell’insegnante giovane come modello ideale. Per gli studenti, la differenza di età è spesso irrilevante. “A quindici anni vedono vecchi tutti”, scrive la docente, raccontando un aneddoto significativo. Una nuova collega di matematica, appena ventiquattrenne, è stata definita “vecchia” dagli studenti, incapaci di “datarla”. Un esempio che dimostra come l’età percepita dagli studenti non corrisponda necessariamente a quella anagrafica. Ciò che conta davvero, conclude Petri, è la capacità di trasmettere conoscenza e stimolare l’interesse, qualunque sia l’età dell’insegnante.