Insegnanti di sostegno siciliani: basta contratti al 30 giugno, c’è una sentenza

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500 insegnanti siciliani specializzati su sostegno chiedono un incontro presso l’USR e un confronto con il Ministro per l’applicazione della sentenza n. 149/2019 in cui Miur e USR vengono condannati per l’uso reiterato dei contratti a termine per i docenti di sostegno. 

La loro lettera viene riportata da IlSicilia.it : “Desideriamo iniziare un dialogo costruttivo che possa portare alla risoluzione dei problemi fin qui esposti convinti come siamo, che le Istituzioni scolastiche, che garantiscono e custodiscono la conoscenza ed il sapere delle future generazioni, abbiano bisogno del confronto pragmatico e proficuo con gli insegnanti chiamati ogni giorno a lavorare con tutto ciò che afferisce all’umano”.

” ancora oggi gli insegnanti specializzati su sostegno, pur essendo “merce rara”, vengono considerati insegnanti di Serie B. Ad essere penalizzato non è soltanto il livello qualitativo e culturale della scuola, ma soprattutto l’alunno disabile al quale non sempre viene garantito il suo diritto ad avere insegnanti competenti e qualificati. Infatti in nome di esigenze personali come le assegnazioni provvisorie di insegnanti non specializzati si è verificato un gap che non fa bene a quel concetto di inclusione tanto caro alla nostra legislazione. Per non parlare della continuità didattica che purtroppo viene ancora continuamente sottesa.”

“La precarietà, i contratti al 30 giugno, mortificano un percorso di studi sempre aperto e alla ricerca di strategie per affermare quei concetti cari alle nuove prospettive europee, quella “relazione d’aiuto” che rappresenta il nuovo orizzonte umano ed empatico della classe docente del futuro.”

Lo scorso 7 gennaio, Il Tar Lazio ha emesso una sentenza con cui condanna l’Ufficio scolastico regionale della Sicilia per il meccanismo con il quale quest’ultimo ha determinato i posti per gli alunni disabili relativi agli anni scolastici 2017/2018 e 2018/2019.

La sentenza, ottenuta dagli Avvocati Walter Miceli e Fabio Ganci,  dice che il numero di docenti di sostegno, e anche l’organico per le relative immissioni in ruolo, deve rispettare le effettive esigenze rilevate e certificate dalle documentazioni sanitarie, sociali e scolastiche e non può basarsi su numeri virtuali o datati, rilevati in modo parziale o in base a stime per nulla corrispondenti alla realtà.

L’USR avrebbe quindi dovuto aumentare i posti di sostegno in organico di diritto.

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